Alan Watts: Schemi mentali rigidi e limitanti.

Promesse, speranze, rassicurazioni dell’economia cerebrale.

«La civiltà moderna è, sotto quasi tutti gli aspetti, un circolo vizioso. È insaziabilmente affamata perché il suo modo di vivere la condanna a una perpetua frustrazione.

Come abbiamo visto, la radice di questa frustrazione sta nel fatto che viviamo per il futuro e il futuro è un’astrazione, un’inferenza (deduzione intesa a provare o sottolineare una conseguenza logica) razionale dall’esperienza che esiste solo per la mente. La ‘coscienza primaria’, la psiche elementare che conosce la realtà anziché le idee sulla realtà, non conosce il futuro. Vive tutta nel presente e non percepisce nient’altro che ciò che è in questo momento.

La mente ingegnosa rivolge invece l’attenzione a quella parte dell’esperienza presente chiamata ricordo e, studiandola, è in grado di fare previsioni. Queste previsioni sono, relativamente, tanto precise e attendibili (per esempio: “tutti moriranno”) che il futuro assume un alto grado di realtà — così alto che il presente perde ogni valore.

Ma il futuro non c’è ancora e non può far parte della realtà sperimentata sino a quando non sarà presente. Poiché quanto conosciamo del futuro è costituito di elementi puramente astratti e logici — inferenze, congetture, deduzioni — non lo si può mangiare, palpare, odorare, vedere, udire o godere altrimenti. Inseguirlo significa inseguire un fantasma che si ritrae continuamente: più lo rincorri, più veloce ti sfugge.

Ecco perché tutte le faccende del mondo civilizzato sono precipitose, perché difficilmente ognuno gode di quanto ha e cerca continuamente qualcosa di più. La felicità allora consisterà non in realtà salde e sostanziali, ma in qualcosa di astratto e superficiale, come promesse, speranze, rassicurazioni.

Così l’economia ‘cerebrale’, intesa a produrre questa felicità, è un fantastico circolo vizioso, il quale deve fabbricare piaceri in quantità sempre maggiore oppure crollare — piaceri che procurino la continua solleticazione delle orecchie, degli occhi e delle terminazioni nervose, con flussi incessanti di rumore e distrazioni visive cui è quasi impossibile sfuggire.

Il perfetto ‘soggetto’ per gli obiettivi di questa economia è la persona che continua a vellicarsi le orecchie con la radio, usando di preferenza il tipo portatile, che può portarsi dietro in ogni momento e in ogni luogo. I suoi occhi passano senza sosta dallo schermo televisivo al giornale, alla rivista illustrata, mantenendolo in una specie di orgasmo-senza-tregua attraverso una serie di ammicchi stuzzicanti di fulgide automobili, fulgidi corpi femminili e altre superfici che colpiscono i sensi, intercalati da qualche corroborante della sensibilità — terapie di shock — come immagini di ‘interesse umano: fucilazioni di criminali, corpi maciullati, disastri aerei, incontri di professionisti del pugilato, incendi di edifici. Allo stesso modo, gli scritti o i discorsi che se ne occupano sono fatti in maniera da stuzzicare senza soddisfare, da sostituire ogni parziale gratificazione con un nuovo desiderio.

In effetti questo flusso di stimolanti mira a farci bramare una sempre maggiore quantità della stessa cosa, anche se più fragorosa e più veloce e questa brama ci spinge a fare un lavoro per il quale non abbiamo alcun interesse tranne che quello per il denaro che esso ci procura, con cui comperare radio più fastose, auto più splendenti, riviste più riccamente illustrate, migliori televisori, ognuno dei quali congiura per persuaderci che la felicità è proprio dietro l’angolo se compreremo ancora una volta.

Nonostante l’immensa baraonda e tensione nervosa, siamo convinti che il sonno è uno spreco di tempo prezioso e continuiamo a inseguire queste fantasie fino a notte inoltrata. Gli animali trascorrono molto tempo sonnecchiando, oppure oziando piacevolmente, ma, poiché la vita è corta, gli esseri umani devono imbottire gli anni con la maggiore quantità possibile di consapevolezza, vigilanza e insonnia cronica, in modo da essere sicuri di non perdere il minimo frammento di eccitante piacere.»

Alan W. Watts

Fonte: https://www.meditare.it/wp/risorse/promesse-speranze-rassicurazioni-dell-economia-cerebrale-a-watts/

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