Eric Baret: Riflessioni.

Riflessioni di Eric Baret.

«Quando c’è ansia, è questo l’oggetto di meditazione. Quando c’è gelosia è questa l’Istha Devata (guida interiore). Non avete bisogno d’andare in India, questo è sempre con voi. E’ gratuito, non vi porta niente: non diventate liberi, non diventate saggi, non diventate niente. C’è unicamente tranquillità. Non è la vostra, non è nella vostra tasca.

Giocare è nell’istante. Domani, la paura viene di nuovo: voi dite grazie, perché non è altro da voi stessi. Questa paura è di nuovo il vostro ascolto, la vostra verità, d’istante in istante. Non si può essere liberi per sempre, perché non c’è che l’istante. Ed è un gioco senza partecipante. Non c’è che il gioco, nessuno gioca. …

Strano pensare di aver bisogno di qualunque cosa, di dover riuscire in qualcosa. La riuscita è in ogni istante, la perdita in ogni istante. Cosa c’è da riuscire? È una fantasia. Un bambino lo sa. Non deve riuscire: gioca, è felice. Non si deve lavorare nella vita, si deve giocare. Il gioco è rendersi conto che la riuscita e la perdita non sono l’essenziale. Non c’è riuscita, non c’è perdita, non c’è che l’essenziale. Non si rischia niente, possiamo rischiare.

Ma occorre una forma di maturità per giocare. […]

Cosa possiamo perdere? Posso perdere tutto, ma cosa mi manca? Mi può mancare qualcosa. E io non ho bisogno di qualcosa. Ciò di cui ho bisogno è ciò che sento ad ogni istante.

Bisogna imparare ad ascoltare il corpo senza saperne nulla… Ascoltare l’istante… Non c’è nulla da cambiare. Si vede solo quello che succede. Non c’è niente da escludere. Volere escludere è violenza. Volersi concentrare è violenza. Lasciare la sensazione corporale completamente libera e rimanere aperti. Non si tratta quindi di “arrivare a fare”, ma rendersi ben conto di tutte le limitazioni, dei blocchi, della mancanza di sensibilità che ci abita e maschera la nostra reale corporalità.

La vacuità non è sentire il corpo vacante, ma constatare quanto è teso. Realizzare come si è reattivi, questa è la vacuità che ci interessa. È una vacuità attiva. In questa sensazione di attenzione, senza la minima determinazione a sopprimere la tensione, qualcosa si svuota poco a poco. Quando si abitua il cervello a non fabbricare più tensioni, dopo qualche tempo si verifica una specie di cancellazione in certe sue parti e le tensioni si rivelano inutili. […] Sentite questa intimità […]. Vedete quando, nei movimenti, si crea il corpo di densità. […] Vi accorgete che arrivate a una disponibilità vuota di sapere.

Attenzione a […] desiderare di acquisire qualcosa, o tentare di andare ogni volta un po’ oltre […]. È facile creare uno schema, […] un immaginario… Allora, nuovamente vi allontanate; state ancora aspettando qualcosa… […] Proiettare la sicurezza su fantasie spirituali può essere senza fine. Ci si può considerare uno specialista, un maestro, condannati a questa erranza intellettuale. Qui [invece] si resta in un non sapere.»

Eric Baret

Fonte: https://risvegliodalsognoplanetario.wordpress.com/2018/08/29/eric-baret-aforismi-riflessioni/

WooshDe7Torna Su