La mente umana è come una scimmia irrequieta.

La mente umana è come una scimmia irrequieta.

Secondo la tradizione buddhista, la mente umana è paragonabile ad una scimmia irrequieta, che salta da un ramo all’altro, di qua e di là e non sta mai ferma in un posto per più di pochi istanti. Corre via tra schiamazzi e urla, trovando la propria dimensione nel caos. Una scimmia irrequieta, fuori controllo e pericolosa, per la propria incolumità e per quella degli altri.

Una metafora, quella della scimmia, che sembra ben rappresentare la nostra mente umana, anch’essa irrequieta, incapace di concentrarsi su un unico pensiero, pronta a saltare di pensiero in pensiero, sempre in movimento, curiosando fra questo o quello, perdendo subito l’interesse per poi lanciarsi di nuovo in una ricerca diversa, priva di scopo.

Se per la scimmia un comportamento del genere può essere naturale, ovvero figlio della sua natura, lo stesso non si può dire al riguardo della nostra mente umana. Questo porta i monaci buddhisti ad affermare che la colpa dell’infelicità dell’uomo occidentale è da attribuirsi proprio alla mente scimmia, nella sua confusione mentale dovuta all’eccesso di benessere (troppe cose/scadenze/attività), un eccesso che alimenta crisi e dubbi esistenziali in un loop perenne.

Non è un caso, infatti, se negli ultimi anni si sta facendo strada un termine tanto abusato quanto contraddittorio: “Overthinking”, ovvero pensare troppo, rimuginare, ripensare alle stesse cose senza arrivare ad una conclusione. Poco cambia se i pensieri riguardano il lavoro, la sfera affettiva o la propria vita sociale. La costante è sempre la stessa: una mente che non si ferma mai, un pensiero che germoglia e poco dopo diventa un treno impazzito, pronto a deragliare dinanzi alla prima curva pericolosa.

“La mente è un ausilio prezioso, ma terribilmente ingombrante.
La mente è una scimmia che salta da un albero all’altro, che si spinge fino all’ultimo ramo e poi precipita, schiantandosi al suolo e che, dopo essere caduta, impara a scavare, a scendere sotto terra e a esplorarne i cunicoli, come le talpe.”
Tratto dal libro “Schiavi del Tempo”, di Tragicomico.

La nostra vita è frenetica e, insieme ad essa, lo è anche la nostra mente. L’abbiamo abituata a passare da un pensiero all’altro in maniera immediata e compulsiva, senza soffermarsi, senza riflettere abbastanza. Abbiamo perso il lume della ragione in favore di continui input esterni, che ormai rappresentano la nostra droga e ci distanziano sempre più da quello stato armonioso e rilassato che conduce l’essere umano sul sentiero della felicità.

La causa di tutto ciò è, a mio avviso, la nostra società, veicolo di stereotipi e promotrice di modelli di vita troppo asfissianti.

Ci ritroviamo così perennemente stanchi ed esausti ed anche se abbiamo l’occasione di fermarci per riposare, siamo lo stesso irrequieti, perché la mente scimmia non si ferma, ma continua con i suoi pensieri ingombranti, ripetuti così tante volte da essersi cicatrizzati nel cervello. Quindi, anche un momento di riposo, come quello che precede il sonno, diventa un momento logorante e di gran sofferenza.

Il mondo sta soffrendo di una epidemica eccessività di pensiero.”
Susan Nolen-Hoeksema

Per riuscire a sedare la mente scimmia abbiamo una sola soluzione. Una soltanto. Educarla, prenderne il controllo, staccare la spina da tutto ciò che la tormenta e che la rende così irrequieta. E lo si può fare in qualsiasi momento, anche adesso, mentre stai leggendo.

Stacca per un attimo gli occhi dal dispositivo, rilassa la mente, cerca di “non pensare”, spogliala da tutto ciò che la tormenta.

Prendersi del tempo per se stessi non è reato e non è nemmeno una perdita di tempo, è un modo per iniziare a respirare lentamente, per fare amicizia con la propria mente, osservarla e lasciar fluire tutti i pensieri rimasti in coda, senza aggiungerne altri.

Silenziare la mente è un modo per guardarla in faccia, per capire che l’overthinking non ci rende più intelligenti, semmai più stupidi. Vivere in uno stato slow, di lentezza, significa tornare ad evolvere, per allontanarci dallo stato “scimmia” e avvicinarci a quello di esseri umani. In modo da assumere uno stato di libertà di pensiero, ovvero di poter scegliere i propri pensieri, in modo autonomo, libero, con una disciplina spirituale che ci allontanerà dal fragore e dal caos della scimmia irrequieta.

Perché risvegliare la propria mente equivale a risvegliare se stessi.

Tragicomico

Fonte: https://www.tragicomico.it/mente-umana-scimmia-irrequieta/

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