Matthieu Ricard: La Natura della Mente.

La Natura della Mente.

«Che cosa può riuscire a comprendere sulla propria natura una mente che analizza se stessa?

La prima cosa che riscontriamo sono i flussi di pensieri che si manifestano un istante dopo l’altro, senza che quasi ce ne rendiamo conto. Che lo vogliamo o no, la nostra mente è attraversata di continuo da innumerevoli pensieri, alimentati dalle nostre sensazioni, dai nostri ricordi e dalla nostra immaginazione.

Ma non scorgiamo forse anche una certa qualità onnipresente, quale che sia il contenuto dei pensieri?

E’ la coscienza primordiale che è alla base di qualsiasi pensiero e continua a essere presente anche quando, per qualche istante soltanto, la mente rimane tranquilla, quasi immobile, conservando tuttavia la sua capacità cognitiva.. Questa facoltà, questa semplice “presenza risvegliata” che potremmo definire anche “pura coscienza” o “pura consapevolezza”, può esistere anche in assenza di costruzioni mentali.

Continuando a lasciare che la mente osservi se stessa, faremo dunque l’esperienza della pura coscienza, oltre che dei pensieri che si manifestano nel suo contesto. Se la sperimentiamo, vuol dire che esiste davvero.

Ma a parte tutto ciò, che cos’altro possiamo dire? Se esaminiamo i pensieri, è possibile attribuire loro delle caratteristiche? Hanno forse una precisa collocazione? No. Un colore? Una forma? Nemmeno. A parte la qualità del conoscere, non riusciamo a identificare nessun’altra caratteristica intrinseca e reale. E’ per questo che il buddismo afferma che la mente è “priva, o vuota, di esistenza intrinseca”. Questo concetto di vacuità dei pensieri è sicuramente del tutto estraneo alla psicologia occidentale.

Di quale utilità può esserci?

Proviamo a considerare cosa succede quando si manifestano un’emozione o un pensiero estremamente potenti, come la collera. Ce ne lasciamo sommergere e l’emozione si amplifica e si moltiplica dando origine a diversi altri pensieri che ci turbano, ci accecano e ci incitano a pronunciare parole e a commettere atti, anche violenti, che provocano sofferenza negli altri e dei quali finiremo per pentirci.

Invece di lasciare che un cataclisma del genere abbia liberamente corso, potremmo provare a esaminare il pensiero della collera in modo da renderci conto, fin dall’inizio, che si tratta di un’energia priva di sostanza. Torneremo su questo genere di tecniche, ma è indispensabile sottolineare fin d’ora che in questo modo possiamo liberarci dalla morsa delle emozioni perturbatrici.

Acquisire una migliore conoscenza della natura fondamentale della mente ha un altro vantaggio.

Se capiamo che i pensieri sorgono dalla pura coscienza per poi farvi ritorno, come onde che si gonfiano sulla superficie dell’oceano e poi ne sono riassorbite, faremo un gran passo in avanti verso la pace interiore. Da quel momento in poi, i pensieri perderanno buona parte della loro capacità di danneggiarci.

Per fare pratica con questo metodo dobbiamo, non appena un pensiero si manifesta, osservarne le origini e, quando svanisce, chiederci dov’è finito. Nel breve lasso di tempo in cui la nostra mente è sgombra da ogni pensiero discorsivo, contempliamone la natura.

Nell’intervallo in cui i pensieri precedenti sono cessati e i pensieri futuri non si sono ancora manifestati, non percepiamo forse una coscienza pura e luminosa, che non viene alterata dalle nostre costruzioni mentali? Attraverso la nostra esperienza diretta, possiamo comprendere a poco a poco ciò che il buddismo intende con “natura della mente”.»

Tratto da: “Il gusto di essere felici”, di Matthieu Ricard

Fonte: https://www.rebirthing-milano.it/brani-traduzioni/dal-libro-gusto-felici-matthieu-ricard-saggezza-benessere-momento-della-vita/

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