Nisargadatta Maharaj: Essere è Amore.

Essere è Amore.

“Non esiste alcun creatore di questo universo, di questo mondo che si manifesta. Non c’e’ qualcuno che gioisce o che agisce. Tutto accade spontaneamente.”

Ora vi parlerò di un insegnamento che è detto Nirupona. In Marathi il termine Dirupa significa “messaggio”. Affinché possa venire comunicato un’insegnamento spirituale, detto nirupona, deve, prima di tutto, esserci quel messaggio fondamentale che è “io sono” (ndr.: Consapevolezza).

Tutto quello che deriva da questo messaggio fondamentale costituisce un Insegnamento Spirituale. L’insegnamento spirituale viene dato per fornire delle indicazioni a coloro che ascoltano l’insegnamento. Per dare questo messaggio, l’Io Assoluto assume quello stato che è l’Essere.

Prendiamo per esempio l’emissario di un governo, un corriere diplomatico: porta messaggi, dei dispacci del governo, ma non è il governo. Svolge la sua funzione di dipendente statale. Ma nel nostro caso l’Io sono” (Consapevolezza) è, al tempo stesso, il governo e il messo governativo.

Alcuni profeti affermano di essere messaggeri di Dio. Ma Krishna non dice niente di simile. Senza mezzi termini dichiara: “Tutta la creazione ha in Me la sua origine, ma Io l’Assoluto, ne rimango completamente al di fuori”.

Tutte le mie creazioni risplendono come fuochi di artificio, che esplodono durante una festa e poi si spengono; ma Io, l’Assoluto, ci sarò sempre, al di sopra di Tutto.

Si può parlare di spiritualità in vari modi. Io non ho imparato a memoria quello che altri hanno detto. La cosa fondamentale da capire è questa: come e perché è apparsa questa mia sensazione di essere, che è stata definita nascita? E come ero io prima di provare questo senso di Essere? Chi è in grado di comprendere questo è davvero una persona molto rara.

Molte incarnazioni si sono succedute. Ma solo il Signore Krhisna ha detto: “sono io che ho creato tutti gli Avatara ed io solo li conosco”.

Sia Shankaracharya, sia Ramana Maharshi hanno chiaramente espresso questo aspetto della Spiritualità. Che cosa è questo Io Eterno? E che cos’è l’io, definito dalla sensazione di Essere e relegato nel tempo? E’ questo che si deve capire. Ed è tutto qui.

Ma voi vi lasciate incantare dalla grande Mulamaya che vi fa credere di essere nati milioni di volte. E voi, che siete degli ignoranti, non riflettete mai nel modo giusto su una questione simile. Prima di nascere voi non sapevate affatto di essere già esistiti e di essere passati attraverso milioni di nascite. Ma come si fa a credere in storie simili?

Voi credete di essere nati e che rinascerete altre volte, è vero? Ma che cosa siete voi e come fate ad Esserci? A meno che non dedichiate tutta la vostra attenzione, per capire a fondo questo problema, non potrete evitare di farvi dominare da quei concetti di cui siete convinti.

Concetti del genere sono espressi anche nei quattro Veda, che hanno incantato e condizionato un sacco di gente. Quando porto la mia attenzione là dove ha inizio il risveglio, i Veda a mani giunte abbandonano il campo e sprofondano nel silenzio.

Per capire come sono andate le cose, considera prima di tutto due principi eterni: Prakriti e Purusha. Dalla loro interazione sono sorti i cinque elementi fondamentali e le tre Guna. Lo spazio, l’aria, il fuoco, l’acqua e la terra, insieme a Sattva, Rajas e Tamas, hanno formato il pianeta terra, preparandolo al suo futuro sviluppo.

Sulla terra è cresciuta la vegetazione e quando la linfa ha preso una forma umana, dentro quella forma è apparso l’Essere, fino a quel momento rimasto allo stato latente. I cinque elementi non hanno nemmeno la più vaga sensazione di Essere.

L’Essere si manifesta nella forma umana durante il processo sostenuto dai cinque elementi. Dal momento in cui l’Essere si è manifestato, sono state concepite norme, regolamentazioni, cerimonie e cosi via. Ora, il principio Eterno dell’Essere, che non era consapevole della sua Esistenza, si manifesta attraverso milioni di forme.

Prima di nascere, questo principio non conosceva i suoi genitori, né loro conoscevano lui. Il principio dell’Essere viene piantato allo stato fluido nel ventre della madre e impiega nove mesi per assumere la forma di un bambino, che già contiene potenzialmente in sé tutte le esperienze future.

Questo Essere allo stato potenziale è puro Sattva e la quintessenza del cibo che costituisce il corpo, ed unicamente totale ignoranza. Il germe delle esperienze future determina il destino, prarabdha, cioè tutto quello che il bambino, crescendo, dovrà sopportare e provare.

Quel bimbo sfortunato, che non si rendeva conto di nulla prima di nascere, si trova di fronte, appena nato, a tutta una serie di sofferenze. Nel momento in cui il bimbo viene concepito, si imprime in lui la fotografia esatta della configurazione globale del cosmo in quell’istante, che comprende le caratteristiche costitutive dei genitori, dai quali il bimbo nasce, la posizione dei pianeti e delle stelle nel firmamento e cosi via.

Qual è il principio che prende quella fotografia dell’universo? Quel principio supremo ha molti nomi; è detto Brahmasutra, Mulamaya, Mahatattva, Hiranyagarba, Atmaprem e cosi via. Mahatattva significa che possiede il significato più grande che esista al mondo. Gli sono stati dati anche altri nomi divini, come Cristo, Krhisna, Shiva e Visnu. E’ chiamato anche Parabthi, cioè l’oceano della vita in cui brulicano milioni di forme.

Il signore Krishna afferma: “E’ attraverso questo principio supremo, Yogamaya, che io compio tutte le funzioni universali, necessarie al mantenimento del mondo, mentre io, l’Assoluto, ne rimango completamente al di fuori.”

L’intero universo della manifestazione riceve energia che lo carica e lo muove, Yogashakti, mediante Yogamaya.

Nel grembo materno l’Essere non era pienamente manifestato. Così avete il ricordo che il vostro senso di Essere, il vostro destino, è apparso spontaneamente e del tutto inaspettato. E quanto durerà questo Essere, che si è manifestato? Porta con Sé la data della Sua fine, quindi è vincolato al tempo.

Nel grembo materno l’Essere non conosce se stesso. Un Jnani è colui che comprende qual è la fonte dell’essere e si rende conto che l’Essere è unicamente e totalmente ignoranza. Quindi non si lascia coinvolgere nel suo gioco e lo trascende.

Un Jnani osserva l’Essere quando spunta, quando si mantiene e quando scompare, sapendo che egli non è questo essere. Egli è testimone dell’Essere, è colui che ne conosce il destino.

Tratto da: “Essere e Amore”, di Nisargadatta Maharaj

Fonte: https://www.meditare.net/wp/spiritualita/essere-e-amore-nisargadatta-maharaj/

WooshDe7Torna Su