Salvatore Brizzi: Il nutrimento della malattia.

La malattia deriva dal nutrimento.

I nostri stati interiori corrispondono a reazioni chimiche nel nostro organismo. È stato scoperto che c’è una corrispondenza, tuttavia c’è ancora molta confusione su quale sia la causa e quale l’effetto.

Per esempio, non è una certa chimica che scatena l’amore, bensì è l’amore – che proviene da un altro piano – a mettere in azione delle reazioni chimiche nel nostro corpo (lo dico a beneficio di quei moderni “geni” che dopo aver scoperto in laboratorio una precisa corrispondenza fra lo stato d’innamoramento e la chimica umana… ne hanno subito dedotto che il primo deriva dalla seconda!).

D’altra parte, l’ingestione di determinate sostanze altera in maniera anche notevole la nostra psicologia.

Ai fini del nostro discorso, ci interessa che sia stato scoperto che uno stato di armonia interiore porta grandi benefici in termini di salute fisica. Al contrario, nutrirsi di paure e rancori porta alla malattia.

Sono stati fatti studi sia sugli effetti della preghiera che su quelli della meditazione e, anche in questo caso, i risultati positivi non si sono avuti solo sulla psiche – come era d’altronde prevedibile – bensì anche sulla salute fisica.

Io mi sono formato su testi come “Guarire con la preghiera” di Larry Dossey, un classico del 1996 ormai introvabile, ma so che la moderna letteratura in merito è vasta.

Ci ammaliamo perché ci nutriamo male. E ci nutriamo male su quattro differenti piani: fisico, emotivo, sessuale e mentale.

FISICO: mangiamo male, molto male, in particolare assumiamo un veleno – gli zuccheri – a piccole dosi quotidiane, che non ci uccidono all’istante, ma ci danneggiano a poco a poco, sia nel corpo che nella mente.

Vi consiglio “La dieta intelligente” – perché grano, carboidrati e zuccheri minacciano il nostro cervello – del neurologo americano Perlmutter. Inoltre vi raccomando vivamente la visione di due film-documentario: “That sugar film”, di Damon Gameau, 2014 Australia/Usa e “Fed up”, di Stephanie Soechtig, 2014 Usa. Qui sotto i link ai film sottotitolati:

https://www.youtube.com/watch?v=jVQrMgG7T2c
http://realtofantasia.blogspot.com/2017/09/fed-up-il-documentario-che-svela-come.html

EMOTIVO: viviamo nella paura, da quando nasciamo a quando moriamo. Il fatto che per molti la paura resti nascosta nell’inconscio, non cambia i fatti: agiamo mossi dalla paura. Per mezzo dell’auto-osservazione – indispensabile in qualsiasi genere di lavoro su di sé – possiamo scoprire fino a che punto le nostre azioni sono dettate dalla paura.

Dalla paura di rimanere soli a quella di non venire riconosciuti, dalla paura di non valere abbastanza fino all’ansia da prestazione. La paura è connaturata in noi, per il solo fatto che siamo anime che si sono identificate con un apparato psicofisico, il quale si sente separato dagli altri e dal mondo in generale. Il senso di separazione implica, per definizione, la paura. Spesso i tumori sono collegati alle nostre paure, ossia al nostro sentirci separati dall’ “organismo umanità”.

SESSUALE: la nostra sessualità non è collegata al Cuore, bensì al mentale (e qui diviene tendenza alla perversione) oppure all’emotivo (e qui diventa passionalità/gelosia/territorialità). Un nutrimento sessuale non corretto – uno scollegamento tra sfera sessuale e Cuore – conduce a problematiche nell’ambito della sessualità (si veda il mio “La sacra sessualità”, adesso anche in audiolibro).

MENTALE: il nostro modo di pensare ci uccide lentamente. Il senso di competizione nei confronti del collega o dell’ex partner ci uccide. L’odio protratto nel tempo ci uccide. Non avere fede nella perfezione della Vita ci uccide.

Ad ognuno spetterà il suo specifico disturbo o la sua particolare malattia… derivanti dal suo karma personale (di questa vita o di quelle passate), ma in ogni caso sarà sempre il suo modo di pensare distorto a farlo ammalare.

Per esempio, credere di poter trarre vantaggio dalla difficoltà di qualcun altro è un modo di pensare disfunzionale, che ci fa ammalare… eppure quante volte lo facciamo senza accorgercene? Lo facciamo quando tifiamo per una squadra e speriamo che quella avversaria commetta un errore, quando ci auguriamo che la nostra rivale in amore faccia una pessima figura di fronte al ragazzo che piace anche a noi, quando facciamo un esame che dà accesso a un numero limitato di posti e speriamo che gli altri candidati sbaglino più di noi.

Quanto sarebbe bello se tutti si osservassero di più… Ma forse, alla fine, va bene anche così.

Salvatore Brizzi

Fonte: http://www.salvatorebrizzi.com/2019/02/la-malattia-deriva-dal-nutrimento.html

WooshDe7Torna Su