Thich Nhat Hanh: Entrare nel cuore del Buddha.

Entrare nel cuore del Buddha.

Buddha non era un dio. Era un essere umano come te e me, ha sofferto proprio come noi. Se ci rivolgiamo al Buddha con cuore aperto, egli ci guarderà con occhi pieni di compassione e dirà:

«Poiché c’è del dolore nel tuo cuore, puoi penetrare nel mio».

Il laico Vimalakirti disse:

«Poiché il mondo è malato, io sono malato. Poiché il popolo soffre, anch’io devo soffrire».

Anche il Buddha aveva già fatto questa affermazione. Ti prego, non pensare di non poter raggiungere il Buddha perché sei infelice, perché c’è dolore nel tuo cuore. È proprio il dolore che hai nel cuore a rendere possibile la comunicazione: il tuo dolore, il mio dolore, sono la condizione fondamentale perché noi possiamo entrare nel cuore del Buddha e perché il Buddha possa entrare nel nostro cuore.

Per quarantacinque anni il Buddha ha detto e ripetuto:

«I miei insegnamenti riguardano solo la sofferenza e la trasformazione della sofferenza».

Quando prendiamo atto della nostra sofferenza e la riconosciamo, il Buddha – cioè il Buddha che è dentro di noi – la può osservare, può scoprirne le cause e prescrivere una serie di azioni in grado di trasformarla in pace, gioia e liberazione. La sofferenza è il mezzo che il Buddha utilizzò per liberare se stesso e che può renderci liberi.

L’oceano della sofferenza è immenso, ma se ti guardi attorno puoi scorgere la terra.

Il seme della sofferenza dentro di te può anche essere forte, ma non aspettare di non soffrire più prima di permetterti di essere felice.

Quando un albero del giardino è malato, occorre curarlo, ma non per questo si trascureranno gli alberi sani. Persino mentre nel tuo cuore c’è dolore, puoi godere delle tante gioie della vita: lo splendido tramonto, il sorriso di un bambino, i fiori e gli alberi, così numerosi.

Soffrire non basta. Per favore, non lasciarti imprigionare dalla tua sofferenza. Se hai mai provato la fame, sai che avere del cibo è un miracolo. Se hai sofferto il freddo, sai quanto sia prezioso il calore. Se hai sofferto, sai apprezzare gli elementi di paradiso già presenti nella tua esistenza.

Invece, se dimori unicamente nella sofferenza, mancherai la via per il paradiso. Non ignorare il tuo dolore, ma non dimenticare di godere le meraviglie della vita, per il tuo bene e per il bene di molti altri esseri.

Da giovane ho scritto questa poesia; entravo nel cuore del Buddha con un cuore profondamente ferito:

La mia giovinezza: una prugna acerba.

I tuoi denti vi hanno lasciato il segno.

Quell’impronta sta ancora vibrando.

Ricordo sempre,

ricordo sempre.

Da quando ho imparato come amarti,

la porta della mia anima è rimasta spalancata,

aperta ai quattro venti.

La realtà richiede un cambiamento. 

II frutto della consapevolezza è già maturo,

e la porta non potrà mai essere richiusa.

Questo secolo è consumato dal fuoco:

monti e foreste ne portano il marchio.

Il vento ulula attraverso le mie orecchie,

il cielo tutto è scosso dalla tormenta.

Le ferite dell’inverno giacciono, silenziose,

evitando la lama di ghiaccio,

senza posa, agitandosi e rigirandosi nel letto,

tutta la notte, in agonia.

Sono cresciuto in tempo di guerra. Intorno, tutto era distruzione: bambini, adulti, valori, un’intera nazione. Ero giovane, quindi soffrivo molto.

Una volta aperta, la porta della consapevolezza non si può più richiudere. Dentro di me, le ferite della guerra non sono ancora rimarginate: ci sono notti in cui resto sveglio e abbraccio col respiro consapevole il mio popolo, il mio paese e l’intero pianeta.

Senza sofferenza non si può crescere. Senza sofferenza non puoi ottenere la pace e la gioia di cui hai bisogno.

Per favore, non sfuggire la sofferenza: abbracciala, accoglila bene, dalle il giusto valore.

Vai dal Buddha, siediti accanto a lui e mostragli la tua sofferenza. Ti guarderà con gentilezza amorevole, compassione e consapevolezza e ti mostrerà i modi di abbracciare la tua sofferenza e di osservarla a fondo. Con la comprensione e la compassione, sarai in grado di guarire le ferite del tuo cuore e le ferite del mondo intero.

Il Buddha ha definito la sofferenza una Nobile Verità, perché è in grado di mostrarci la via della liberazione. Abbraccia la tua sofferenza e lascia che ti riveli la via verso la pace.

Thich Nhat Hanh

Fonte: https://www.mauroscardovelli.it/il-cuore-dellinsegnamento-del-buddha/

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