L’Arte del lasciar andare.

Terra x Blog + Nero 2015

L’Arte del lasciar andare come via incondizionata per giungere alla pace.

“Non è necessario lasciare andare tutte le paure prima di poter abbracciare l’amore. Potete raccogliere le vostre paure tra le vostre braccia e portarle con voi nell’amore, perché una volta che entrate dentro l’amore, la paura si rivela l’illusione che è sempre stata, e l’amore è tutto ciò che resta.” Eric Pearl

E’ accaduto a me e continuo a vederlo accadere in tanti altri… non ci piace come siamo, non ci piace la nostra vita, non ci piace il nostro lavoro, la nostra relazione col partner e vorremmo che le cose fossero diverse, che gli altri fossero diversi, o che fossimo almeno capaci di accettare senza soffrire, speranzosi di ottenere maggiori riscontri tra le nostre aspettative sulla realtà e la realtà stessa.

Iniziamo un percorso di crescita e di consapevolezza spinti dal forte desiderio di cambiare, di divenire forti, indipendenti, sicuri di sè, in maniera tale da non doverci più misurare con la sofferenza – la moderna versione di questi ottenimenti è chiamata oggi “illuminazione” e il guru spirituale ha preso il posto dello psicoterapeuta… è più chic.

In definitiva, quella che all’inizio è una sana spinta verso l’automiglioramento e un più ampio amore di sè, finisce per diventare una continua lotta contro quelle parti di noi stessi che tendiamo a rifiutare, che vorremmo sopprimere, poichè se sparissero saremmo di colpo più attraenti agli occhi di noi stessi e degli altri e ci sentiremmo finalmente meritevoli di essere amati. Sì perchè il modello imperante da secoli e secoli è sempre lo stesso, se sei bello, buono e bravo allora la mammà e il papà ti vorranno bene e ti riempiranno di coccole e di attenzioni, ma guai a mostrare ombre, carenze e fragilità, o ad imboccare una strada leggermente fuori dai binari designati, si rischia la scomunica e si diviene reietti.

Prima ce la prendevamo col vicino di casa, col politico di turno, col nuovo ordine mondiale, con Dio! Ma ora ci hanno insegnato che la responsabilità è nostra al 100%, per cui se la vita fa schifo è sicuramente perchè siamo degli incapaci patentati e non riusciremo mai a combinare niente in tutta l’esistenza.

Ci hanno detto che il giudizio è sbagliato e “poco spirituale” e noi ci sforziamo di non giudicare l’esterno, non perchè abbiamo effettivamente capito la reale natura del giudizio e l’effetto dannoso che ne deriva, ma perchè giudicando finiamo per giudicare noi stessi, sentendoci ancora una volta frustrati per il fatto di non essere le entità di luce che credevamo.

Il giudizio nasce dalla rigidità, dall’identificare sè stessi con tutta una serie di regole, immagini e schemi comportamentali dai quali non abbiamo alcuna intenzione di uscire davvero e tanto più questi sono cristallizzati al nostro interno, maggiore sarà la fatica nel distaccarsene. Fin tanto che esiste una qualche forma di giudizio rivolta a delle parti di noi che non ci piacciono e che desideriamo a tutti i costi cambiare, siamo ancora nel rifiuto e questo non può far altro che condurre ad ulteriori situazioni che tenderanno a mettere in mostra e ad evidenziare proprio ciò che rifiutiamo, mantenendoci nel conflitto e nella rabbia. Conflitto e rabbia sono a loro volta effetti collaterali della paura, che è l’emozione base dalla quale siamo governati quando non siamo nell’amore, e quindi nell’accettazione.

“Rassegnazione e resa sono due stati profondamente diversi. La resa è uno stato umile, gentile. Niente più lotta per avere ragione, niente tentativi di controllare le cose. Nella resa accettiamo ciò che è. Lasciamo andare il controllo e ci consegniamo a qualcosa di più grande di noi. Veniamo sollevati a una nuova luce e quindi a nuove possibilità. Quando ci arrendiamo, lasciando andare l’insistenza che le cose vadano come vogliamo noi, quando smettiamo di pretendere e lasciamo andare realmente, creiamo lo spazio perché il potere del possibile ci presenti nuove opportunità che prima non erano a disposizione.” Auriela McCarthy

Tendiamo a mitigare la paura con la ricerca di sicurezze e stabilità… più soldi, un partner che ci ami e ci sia fedele, una casa più grande e confortevole non sono altro che tentativi di tenere a bada la paura, di farla tacere, nella sottile quanto grottesca speranza che le cose restino più a lungo possibile uguali a sè stesse. Poco importa l’evidenza di una costante imprescindibile di questa realtà, il cambiamento. Per noi è più importante la sicurezza e l’attaccamento non è che una naturale e ovvia conseguenza di questo bisogno, derivante appunto dalla paura.

Trasformarsi è fluire, è accogliere con leggerezza ciò che c’è, senza ostacolarlo, rendendone morbido il passaggio. E’ darsi il permesso di essere come si è e di fare altrettanto con l’esistenza, lasciando andare il bisogno compulsivo di controllare tutto. E’ arrendersi lasciando cadere ogni residuo di resistenza. E’ rendersi partecipi di quella danza perpetua che nel creare spazio toglie potere al “me” e lo riconsegna al “sè”.

Roberto

Fonte del Post: http://www.robertosenesi.it/news/larte-del-lasciar-andare-come-via-incondizionata-per-giungere-alla-pace/

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