Anthony De Mello: La vita eterna è adesso.

La vita eterna è adesso.

Svincolarsi

L’unico modo per cambiare è modificare il proprio modo di capire le cose. Ma cosa significa capire? Come ci si deve comportare?

Osservate come siamo schiavi dei diversi vincoli; tentiamo disperatamente di riorganizzare il mondo in modo da poterli mantenere, perché il mondo li minaccia costantemente.

Temo che un amico smetta di volermi bene: potrebbe scegliere qualcun altro al mio posto. Devo continuare a rendermi interessante per tenerlo vincolato a me. Qualcuno mi ha convinto, con un lavaggio del cervello, che ho bisogno del suo amore.

In realtà, però, non è così. Non ho bisogno dell’amore di alcuno: ho solo bisogno di entrare in contatto con la realtà. Ho bisogno di uscire da questa mia prigione, da questa programmazione, da questo condizionamento, da queste false convinzioni, da queste fantasie. Ho bisogno di tuffarmi nella realtà. La realtà è splendida, è deliziosa.

La vita eterna è adesso. Ne siamo circondati, come un pesce nell’oceano, ma non ce ne accorgiamo. Siamo troppo occupati da questo vincolo.

Per un po’, il mondo si riorganizza per assecondare il nostro vincolo e così noi diciamo: «Bene, benissimo! Ha vinto la mia squadra! », Un attimo, però: le cose cambieranno: domani sarai depresso. Perché continuiamo a comportarci in questo modo?

Eseguite questo semplice esercizio per qualche minuto: pensate a qualcosa o qualcuno a cui siete vincolati; in altre parole, qualcosa o qualcuno senza di cui pensate di non poter essere felici. Potrebbe trattarsi del vostro lavoro, della vostra carriera, della vostra professione, di un amico, del denaro, di qualsiasi cosa.

Dite a quest’oggetto o a questa persona: «In realtà, non ho bisogno di te per essere felice. Mi sto solo ingannando con la convinzione che senza di te non sarò felice. In effetti, però, non ho bisogno di te per la mia felicità. Posso essere felice senza di te. Non sei tu a rappresentare la mia felicità, la mia gioia».

Se l’oggetto del vostro vincolo è una persona, non sarà molto contenta di sentirvi dire queste frasi, ma procedete lo stesso. Le potete pronunciare nel segreto del vostro cuore. In ogni caso, entrerete in contatto con la verità; demolirete una fantasia. La felicità è uno stato di non-illusione, di disillusione.

Oppure potreste provare un altro esercizio: pensate a un’occasione in cui avevate il cuore spezzato ed eravate convinti che non avreste mai più potuto essere felici (era morto vostro marito, era morta vostra moglie, il vostro miglior amico vi aveva abbandonato, avevate perso tutto il vostro denaro).

Cos’è accaduto? Il tempo è trascorso e siete riusciti a scegliere un altro oggetto a cui vincolarvi, o a trovare qualcun altro verso cui vi sentivate attratti: che cosa ne è stato del vecchio vincolo? Non ne avevate realmente bisogno per essere felici, non è vero?

Avrebbe dovuto servirvi da lezione, ma non impariamo mai. Siamo programmati, siamo condizionati. Com’è liberatorio non dipendere emotivamente da niente!

Se poteste, per una frazione di secondo, provare questa esperienza, spalanchereste la vostra prigione e riuscireste a cogliere uno sprazzo di cielo. Un giorno, forse, potreste anche volare.

Avevo paura a dire queste cose, ma ho parlato con Dio e Gli ho detto che non ho bisogno di Lui. La mia reazione iniziale è stata: «Questo è l’esatto contrario di tutto ciò che mi è stato insegnato». Ora, alcuni vogliono fare un’eccezione per il loro vincolo con Dio, e dicono: «Se Dio è quel Dio che io penso dovrebbe essere, non Gli piacerà che io rinunci al vincolo che mi lega a Lui».

E va bene: se pensate che, senza Dio, non potrete essere felici, allora questo Dio a cui pensate non ha niente a che fare con il Dio reale. Voi pensate a una condizione di sogno; pensate al vostro concetto di Dio. Talvolta bisogna liberarsi di “Dio” per trovare Dio. Ce lo confermano molti mistici.

Siamo talmente accecati da tante cose che non abbiamo scoperto la verità fondamentale: i vincoli danneggiano i rapporti più di quanto non li favoriscano.

Ricordo il mio timore nel dire a un mio amico: “In realtà non ho bisogno di te. Posso essere perfettamente felice senza di te. E dicendotelo mi accorgo di poter godere fino in fondo della tua compagnia – niente più ansie, niente più gelosie, niente più possessività, niente più abbarbicamenti. È bellissimo stare con te, quando godo della tua presenza sulla base di un rapporto non basato sull’abbarbicamento. Tu sei libero e lo sono anch’io».

Ma per molti di voi sono certo che queste parole suonano come una lingua straniera. Mi ci sono voluti molti, molti mesi per capire queste cose pienamente e ricordatevi: io sono un gesuita, i cui esercizi spirituali riguardano tutti esattamente questo, sebbene io non me ne fossi accorto, perché la mia cultura e la mia società in generale mi avevano insegnato a vedere le persone in termini di vincoli.

Mi diverte, talvolta, vedere persone anche apparentemente obiettive, come i terapisti e i direttori spirituali, dire di qualcuno: “È un tipo in gamba, davvero, mi piace moltissimo». Poco dopo, mi accorgo che lui mi piace perché io gli piaccio. Guardo dentro di me e vedo riaffiorare la solita cosa: se siete attaccati all’apprezzamento e alla lode, vedete le persone alla luce della minaccia o del nutrimento che rappresentano per il vostro vincolo.

Se siete dei politici e volete essere eletti, come credete che guarderete alla gente, come verrà pilotato il vostro interesse nei confronti della gente? Vi preoccuperete della persona che vi darà il voto. Se ciò che vi interessa è il sesso, come credete che guarderete alle donne e agli uomini? Se siete vincolati al potere, questo fatto caratterizzerà il vostro modo di vedere le persone.

Tratto da: “Messaggio per un’aquila che si crede un pollo”, di Anthony De Mello.

Fonte: https://www.amadeux.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=21685

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