Derek Lin: Il morbido vince sul duro.

Il morbido vince sul duro.

«Un giorno, un giovane visitò un saggio e si lamentò amaramente del suo lavoro al negozio del villaggio.

“Il capo non ha rispetto per le mie capacità” disse al saggio. “Non mi delega l’autorità che merito e ignora le buone idee che suggerisco. Ne ho abbastanza della sua arroganza. Ho intenzione di andare nel suo ufficio, dirgli quello che penso e licenziarmi!”

Il saggio chiese: “Cosa sai degli affari del negozio? Sai come si registrano le entrate, i costi o l’inventario?”

“Veramente no. Perché?”

“Se ti licenzi adesso, non lo vedranno come una grande perdita, perché tu non possiedi nessuna conoscenza rilevante. La tua vendetta sarebbe molto più efficace se tu imparassi tutto sugli affari, prima di licenziarti. Approfitta di loro, utilizzando il negozio come una fonte gratuita di formazione. Quando te ne andrai, la tua partenza sarà per loro un duro colpo e tu porterai con te tutti i segreti dei loro affari.”

“Questa è una grande idea” disse il giovane. “Farò loro rimpiangere di avermi sottovalutato. Gliela farò vedere!”

Così attuò il piano. Approfittò di tutti i momenti liberi, durante la giornata, per imparare di nascosto i molti aspetti degli affari. Accorciò le pause e restò oltre l’orario normale, in modo da avere più tempo per acquisire sempre maggiori conoscenze.

Un anno più tardi, il saggio lo incontrò al mercato e lo salutò. “Come va il tuo piano per la vendetta? Hai imparato abbastanza da licenziarti?”

“Sì, certo, ma… il capo è cambiato completamente! Apprezza il mio lavoro e spesso si complimenta con me. Negli ultimi mesi mi ha assegnato compiti importanti, mi ha promosso e ha aumentato il mio stipendio! E’ tutto diverso adesso e… beh, non voglio veramente licenziarmi…”

Era esattamente quello che il saggio si aspettava. Il saggio sapeva che, se il giovane inizialmente non otteneva il rispetto del suo capo, non era per l’arroganza di quest’ultimo, ma semplicemente per la sua incompetenza e il suo scarso impegno. Il giovane non riusciva a vedere le proprie mancanze. Sentiva di avere ragione e di meritarsi più apprezzamenti di quelli che riceveva.

Il capitolo 24 del Tao Te Ching descrive così questo atteggiamento:

Chi è arrogante non è apprezzato.
Chi si autocelebra non è persona di valore.

Il messaggio di Lao Tzu è chiaro: chi è arrogante o pensa di essere sempre nel giusto, non sarà apprezzato o ammirato dagli altri; chi tesse continuamente le lodi di se stesso non è realmente di valore. Ecco perché il giovane non guadagnava il riconoscimento che credeva di meritarsi.

Quanto questa storia si applica a voi e a me?

Possiamo credere di essere di gran lunga più saggi del giovane, ma le ricerche sociologiche rivelano regolarmente che la maggior parte delle persone si lamenta dei propri capi. La verità è che spesso ci lamentiamo del capo o della direzione e molti di noi pensano di licenziarsi di tanto in tanto.

Nella nostra cultura, orientata al conflitto, abbiamo la tendenza ad opporre la forza alla forza. Se qualcuno ci urla contro, noi urliamo più forte. Quando ci sentiamo insultati, il nostro primo impulso è di reagire con l’insulto – proprio come il giovane della storia. Alcuni di noi, addirittura, ne vanno fieri e dichiarano apertamente di essere per la regola dell’occhio per occhio.

Quindi, la condotta convenzionale è quella del confronto e dello scontro. E’ la concezione “dura” della vita, in quanto si concentra sulla manifestazione esterna della forza. La sua regola è di accrescere il proprio ego, a scapito degli altri.

Il metodo del Tao non è quello del confronto e dello scontro. Al contrario, è del deviare e guidare. E’ l’approccio “morbido”, perché si concentra sulla forza interiore. Il suo obiettivo è di migliorarsi in modo che tutti possano vincere.

Quando il giovane parla inizialmente della propria volontà di licenziarsi, la sua idea principale è che quello è il modo più veloce per risolvere la sua frustrazione. Si sentirebbe meglio restituendo l’arroganza che ha percepito. Umiliando l’altro in questo modo, avrebbe una vittoria soddisfacente.

O no? Dopo lo sfogo e il licenziamento, sarebbe disoccupato. Sarebbe in maggiori difficoltà economiche e sicuramente non più saggio di prima. La vittoria che pensava soddisfacente sarebbe presto diventata meschina e insignificante. Il suo approccio convenzionale porterebbe al solito risultato: una vita con più conflitti e problemi.

Il saggio vede questo e lo guida in una direzione completamente diversa. L’energia che la gente usa per contrastare e danneggiare gli altri è considerevole. Il saggio “devia” e guida questa energia in una direzione costruttiva – una strada che porta ad un vittoria vera, significativa e duratura.

A questo punto potremmo chiederci: “E se il capo è veramente così terribile che, nonostante tutti i possibili sforzi, tutto quello che si fa non è abbastanza? Non sarebbe una perdita di tempo ed energia sforzarsi di migliorarsi sul lavoro?”

Sicuramente no. Certamente esistono capi cattivi e pessimi manager, ma l’insegnamento del saggio rimane valido. Quando il giovane diventa veramente competente e accumula meriti reali, grazie al suo sforzo disciplinato, riceve comunque riconoscimento e rispetto – se non dal suo capo, allora certamente dal negozio concorrente. L’esito sarebbe lo stesso: una vera, significativa e duratura vittoria.

Questo insegnamento non è nuovo. Lao Tzu scrisse ripetutamente che il morbido vince il duro. Gesù insegnò a porgere l’altra guancia. Anche la saggezza popolare ricorda che la migliore vendetta è vivere bene (in opposizione a reagire). Questa è saggezza profonda e richiama il metodo del Tao. Ma nonostante la nostra conoscenza di questo concetto, la maggior parte di noi non riesce ad applicarlo alla vita quotidiana.

E’ esattamente come indica il Tao Te Ching al capitolo 78:

Che il debole vince il forte
E il morbido vince il duro
Questa verità tutti dovrebbero conoscere
Ma non vi è chi riesca metterlo in pratica

Forse è perché il metodo del Tao è diretto all’interno e non ha eclatanti manifestazioni esteriori (animosità, discussioni, lotte). Questo può facilmente dare un’errata impressione di debolezza e codardia, mentre, in realtà, il metodo del Tao richiede un coraggio e una volontà fuori del comune.

Quando siamo feriti in qualche modo, la nostra risposta istintiva è di odio e di vendetta. Vogliamo “occhio per occhio”, “combattere il fuoco con il fuoco”. Vi è certamente una parte dell’essere umano che è naturalmente aggressivo.

Pochi hanno la forza spirituale e la saggezza per trascendere questa aggressività. Non è una lezione facile da imparare, ma almeno il Tao Te Ching ne evidenzia la difficoltà, così che possiamo porre particolare attenzione a questo aspetto della crescita spirituale.

Ci dà inoltre un’analogia utile, paragonando il metodo del Tao all’acqua. L’acqua è apparentemente cedevole e debole, ma ha il potere tremendo di spaccare, frantumare e dilavare la pietra. Pensare a questa analogia rende più facile applicare il principio nelle situazioni giornaliere.

Quando abbiamo la padronanza di questo metodo, i risultati possono essere considerevoli. Il giovane afferma che il suo capo è cambiato e tutto è diverso. In realtà, lui è cambiato e questo ha fatto la differenza.

Funziona così anche per noi. Quando prendiamo la decisione profonda di seguire questo insegnamento, di essere come l’acqua e lasciare che il morbido vinca sul duro… ecco che il nostro mondo, la nostra vita e il nostro futuro si trasformano.

Quando miglioriamo il nostro carattere ed eleviamo la nostra comprensione spirituale attraverso il metodo del Tao… il nostro destino non è più lo stesso!

Derek Lin
Traduzione di: Alessandro Zampagna

Fonte: http://www.taoism.net/it/200501.htm

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