Jeanne de Salzmann: L’ordine e il disordine.

L’ordine nasce dalla comprensione del disordine.

Se desidero conoscere me stesso, è necessario prima di tutto che la mia mente sia capace di osservare senza distorsioni. […] Devo convincermi delle deviazioni […] che mi impediscono di osservare me stesso: questo tipo di osservazione è l’inizio della conoscenza di sé.

Io vorrei fare piena esperienza di ogni pensiero e sentimento che è al mio interno, ma la mia attenzione vaga senza sosta. […] Con questo movimento continuo non posso scoprire il significato profondo dei pensieri e dei sentimenti. Le mie reazioni devono rallentare: ma come? Non è qualcosa che può venire imposto […].

Tuttavia, quando mi concentro per vedere, questo atto in sé diminuisce la velocità della reazione. […] C’è un istante, prima che compaia la reazione, in cui posso veder sorgere pensieri e sentimenti. Li vedo come eventi, come ‘fatti’. Per la prima volta comprendo cos’è un ‘fatto’: qualcosa che non posso cambiare, che non posso evitare, qualcosa che è. È vero!

Se il mio solo interesse è vedere, non intervengo e appare allora il significato reale di questi pensieri e sentimenti. La verità diventa estremamente potente, per me. In questo stadio la mia conoscenza è scomparsa: esiste solo la ricerca. […]

Vedere non è un’idea: è un atto, l’atto di vedere. […] È un atto completo, un’esperienza che può verificarsi solo se non c’è separazione tra ciò che vede e ciò che viene visto, se non c’è alcun punto di vista da cui avvenga l’osservazione.

Sorge allora un sentimento molto particolare, un desiderio di conoscere. È un affetto che abbraccia tutto ciò che vedo e a nulla è indifferente. Ho bisogno di vedere. Quando comincio a vedere, comincio ad amare quel che vedo. Non più separato, sono in contatto con quel che vedo, intensamente, totalmente. Conosco, e questo conoscere è il risultato di questa nuova condizione. Mi risveglio a ciò che sono e tocco la sorgente del vero amore, una qualità dell’essere. […]

Sento la necessità di vedere, un sentimento completamente diverso dal voler cambiare, perché ieri mi sentivo meglio. Poi, poco a poco, le tensioni corporee si allentano da sole. La mente vede senza cercare un risultato e il corpo si apre a una qualità differente. L’energia si libera e appare una realtà interna. Non c’è più contraddizione. Vedo, solo questo… soltanto, vedo. […]

Non c’è tempo per formulare, per dare un nome o per giudicare. Non c’è più il pensiero. La mente si fa quieta e sensibile: estremamente viva, ma quieta. Vede senza distorsioni. […] L’ordine nasce dalla comprensione del disordine. Essere disordine e, al tempo stesso, essere presenti al disordine, porta a conoscere una possibilità diversa, un diverso ordine delle cose”.

Sottolineo solo alcuni elementi di questo testo estremamente affini alla pratica meditativa:

  • La pratica dell’osservazione che rallenta di per sé gli stessi pensieri che sto osservando.
  • La consapevolezza della propria macchina psico-fisica che va nella direzione opposta alla mia volontà di cambiare, di intervenire.
  • Dalla dimensione del disprezzare quello che si è, all’amore.
  • Le tensioni muscolari che lasciano la presa.
  • L’abbandono della ricerca di un risultato.
  • La pulizia che non nasce dal far pulizia, ma dal semplice vedere.
  • La quiete.

Tratto da: “La realtà dell’essere”, di Jeanne de Salzmann

Fonte: http://www.lameditazionecomevia.it/salzmann2.htm

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