Jiddu Krishnamurti: Meditazione, non controllo.

Meditazione non è mero controllo.

Credere che la meditazione sia una prassi finalizzata al solo controllo della mente è senza dubbio illusorio. Idem riguardo gli altri obiettivi che, in genere, ci si propone di raggiungere: l’armonia, ossia il relax, la distensione, la calma. Tali traguardi non sono il fine ultimo della meditazione, ma una sorta di conseguimento accessorio.

La mente, per sua stessa natura, non può essere controllata, tant’è che si realizza solo quando diventa consapevole di sé stessa … quando assurge all’apice … dell’increato. La nostra vera meta non è quindi tacitare i pensieri, ma evitare di subirli passivamente, se non divenirne gli artefici.

Ad ogni modo, tutte le pratiche analoghe alla meditazione non hanno il fine di bypassare l’individuo in favore di una presunta universalità, né – viceversa – di esaltare la coscienza individuale. Semmai tendono a dimostrare che la vita è un gioco, è pura gioia … è senza scopo.

Uno dei risultati più macroscopici della meditazione è quello di far perdere le tracce dell’ego smantellando la logica di un’esclusiva, desolante mercificazione (sia di valori che dei cosiddetti evanescenti pregi spirituali). Meditare non è una pausa che trascende l’ordinario processo della mente, bisogna restituire al pensiero il ruolo che più gli compete, quello di un’incommensurabile scaturigine creativa, che procede dal noto all’ignoto e viceversa …

Bene, mi sono baloccato (divertito) per un po’ a re-interpretare Jiddu Krishnamurti. Ora leggiamolo direttamente …

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«Meditazione non è il puro controllo del corpo e del pensiero, né un sistema di inspirazione ed espirazione. Il corpo deve essere immobile, in salute e senza alcuna tensione; la percezione deve essere resa più acuta e intensa; e la mente che chiacchiera, che disturba e che brancola deve acquietarsi.

Non bisogna cominciare dal corpo, piuttosto bisogna fare attenzione alla mente, con le sue opinioni, i suoi pregiudizi e il suo egocentrismo. Quando la mente è sana, vitale e vigorosa, la percezione sarà più intensa ed estremamente sensibile. Allora il corpo, con la sua intelligenza naturale, non macchiata dall’abitudine e dall’inclinazione, funzionerà come deve.

Così, bisogna cominciare dalla mente e non dal corpo e per mente intendo il pensiero e le sue molte espressioni. La mera concentrazione rende il pensiero ristretto, limitato e calcolatore, ma la concentrazione viene come una cosa naturale quando c’è la consapevolezza delle vie del pensiero.

Questa consapevolezza non deriva dal pensatore che sceglie e scarta, che si aggrappa e rifiuta. Questa consapevolezza è priva di scelta ed è allo stesso tempo l’esterno e l’interno; è un flusso tra i due, così che la divisione tra esterno e interno ha fine.»

Tratto da: “Meditazione”, di Jiddu Krishnamurti.

Fonte: https://www.meditare.it/wp/risorse/meditazione-non-e-mero-controllo-j-krishnamurti/

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