Quando il dolore e la pace sono una cosa sola: Dialogo con Mooji
Il messaggio principale di Mooji è che tu sei il Sé e lo sei sempre stato, anche se esso è ancora in attesa che tu ne prenda coscienza.
Ovviamente, Mooji usa i concetti per guidarti al tuo Sé, che è al di là di tutti i concetti. E questa potrebbe sembrare una contraddizione. Termini come ‘assoluto’, ‘consapevolezza’, ‘coscienza’, ‘esistenza’, ‘Sé’ e ‘verità’ sono impiegati di frequente per indicare Casa.
C’è una facoltà viva dentro di noi che sa utilizzare i concetti di Mooji. Col tempo la coscienza ne fornirà sempre più il vero significato, grazie alla tua scoperta di te stesso, sebbene, siamo costretti a ripetere, questa non sia una condizione necessaria affinché la conoscenza del Sé emerga nella sua completezza.
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Domanda: Voglio tornare all’esperienza in cui “Io sono Quello”. C’era soltanto pace, mentre adesso provo un’enorme tensione.
Mooji: La tensione vuol dire solo che c’è tensione, niente di più. Che etichette dai alla tensione, per renderla un fenomeno così importante e sgradevole? Non per forza deve rappresentare un disturbo. È assolutamente possibile essere molto tesi e allo stesso tempo stare in pace al cento per cento.
D.: Ma stamattina, durante la meditazione, c’era un dolore così intenso che non mi riuscivo a concentrare sulla domanda: “Chi sono io?”.
M.: Forse, in quel momento, questa domanda non era necessaria. A volte bisogna soltanto lasciar accadere quel che accade, senza giudicarlo, senza scacciarlo né aggrapparvici e senza trasformarlo in un evento. Senti dolore: e con questo?
D.: Vorrei che finisse, vorrei sentirmi bene!
M.: È proprio il desiderio che il dolore finisca a costituire il problema! Lascia che ci sia dolore e osservalo! Questa sì che è un’indagine. Quando il dolore si ingigantisce fino a raggiungere la massima intensità (si esprima esso al livello fisico o emotivo), hai l’opportunità più grande di capire ciò che non sei.
Non vuol dire che scegli il martirio o che non ti curi della salute del corpo. Se bisogna chiamare il dottore, va benissimo: fai quello che occorre; ma allo stesso tempo non perdere occasione di osservare e vedere. E se poi non c’è nulla da fare, è essenziale arrendersi al dolore. Combatterci contro non fa che amplificare il disagio. È assolutamente chiaro che tu interpreti la tua esperienza rendendola ancora più rumorosa, fastidiosa e sgradevole.
Grazie alla santa energia di questa montagna sacra, Arunachala, o al fuoco del satsang, alcune reazioni fisiche ed emotive avvengono con più forza del solito. I disturbi fisici sono ancora più noiosi e debilitanti e le emozioni rimbombano più sonore.
Questa amplificazione fa sì che per la mente sia difficile distrarsi dal suo disagio, è costretta ad affrontare ciò che preferirebbe reprimere o evitare. Ti si offre l’occasione perfetta di rimanere in silenzio e notare il fatto che questi sintomi passeranno, come tutti gli altri fenomeni. È la grazia!
Lascia che le reazioni avvengano: rimetti la tua esistenza all’esistenza. Io ti dico: torna a Casa. Tutto ciò che hai paura di perdere ti tiene immerso in questo dolore.
Tu sei ciò che non muore. Perché pensi alla morte? Lascia morire ciò che può morire e lascia che l’Eterno sia.
Mooji
Fonte: http://www.edizionilpuntodincontro.it/blog/2018/06/dolore-pace-una-cosa-sola-mooji/