Non avere idee …

Terra x Blog + Nero 2015

Il potere di non avere idee.

Ringraziamento iniziale: esprimo a te, che in questo preciso istante ti accingi “a leggermi”, il mio sentimento di profonda gratitudine per l’eccezionalità del privilegio che avverto, datomi dal poter condividere proprio con te uno stesso, meraviglioso, spazio d’Esser-ci.

Se io ti chiedessi: “Dove ti trovi adesso?”

Probabilmente, penseresti di rispondere in riferimento al Luogo dove, in questo istante, fisicamente ti trovi.

Mettiamola così: se tu rispondessi alla domanda leggendovi un mio riferirmi al “dove ti trovi in questo momento con il tuo corpo”, penseresti probabilmente di avere risposto coerentemente a quanto il mio chiedere tendeva a conoscere, rispetto al tuo trovarti.

Se ancora: tu rispondessi alla stessa domanda leggendovi un mio riferirmi al “dove ti trovi in questo momento con la tua mente”, penseresti ancora di aver risposto coerentemente, anche se in riferimento ad un’altra prerogativa del tuo essere, a quanto il mio chiedere tendeva a conoscere rispetto al tuo trovarti.

Poi, se tu rispondessi alla stessa domanda leggendovi un mio riferirmi al “dove ti trovi in questo momento, in riferimento alla situazione specifica”, se piacevole, noiosa, stressante, tranquilla e rilassante; che ti rinviasse immediatamente al tuo particolare stato d’animo ed emozionale (del sentirti sereno, felice, stabile, tranquillo, turbato, rabbioso, agitato, ansioso, triste…), penseresti ancora di aver risposto coerentemente, anche se in riferimento ad un’altra prerogativa del tuo essere, a quanto il mio chiedere tendeva a conoscere rispetto al tuo trovarti.

Se invece io avessi voluto chiederti, precisamente: “dove ti trovi adesso, in questo preciso istante-ora, nella dimensione senza spazio e senza tempo in cui tutto è unificato ed Io e Te incarniamo lo stesso Principio”? Intendo: “Dove-Ti-Trovi, in quale parte del tuo corpo?” “Oppure, ti trovi fuori di esso?”

Tu, di certo, possiedi un Corpo, ma non puoi certo dire di “essere” il tuo corpo: perché tu sai di essere-non-corpo! Sai che Esso è solo parte della tua manifestazione individuale, differenziata da un altro corpo umano, ma il tuo corpo in-sé non è un corpo; se non fosse solo che lo denomini come tale.

Si tratta di un ammasso, variamente disposto, di cellule autogenerantesi, spinte al sacrificio ultimo da una forza suicida chiamata apoptosi, capace di preservare le cellule sane da quelle malate; ma sul cui meccanismo complesso non hai alcun controllo; né puoi avere conoscenza dell’aspetto di quelle stesse cellule che, in uno strano modo, ti appartengono “in usufrutto”, senza che tu ne possa decidere il divenire.

Voglio adesso farti pensare alla meraviglia che ci prende quando “leggiamo”, con sguardo ansioso, una radiografia di una qualunque porzione del nostro corpo, fosse anche la panoramica eseguita dal dentista, relativamente a quelle “ossa”, residuo del carnivoro che siamo, che, ai nostri occhi risultano meno “nascoste”, ma altrettanto estranee. Sono queste le occasioni in cui ci capita di scoprire una parte di “cosa siamo”: ossa, denti, nervi, sangue, senza occhi e senza sorriso.

E quando effettui una tomografia del cervello, che è non è, né più né meno, che la casa in cui Tu alberghi in qualità di aggregato sedimentato di concezioni e credenze, ti accorgi che da quella residenza non ti giunge alcun sorriso e né ti risponde con un saluto o un cenno empatico, che stabilisca tra Te e Lui un contatto vero!

Osserva adesso una pianta: essa “in-sé” non-è, una Pianta, anche se ti appare tale e la riconosci come tale: ma la differenza enorme che corre tra essa e te è che la Pianta non pensa neppure di esser-lo, Pianta: anch’essa è un aggregato senziente ma, per il sol fatto di non sapersi Pianta è, “in-sé”, certamente più di te e me, che “in-te” non sei!

E questa consapevolezza arriva inattesa e per questo desidero metterti sull’avviso, qualora tu non ne abbia preso ancora contatto. Perché il comprendere di non essere più quel “Tu”, quale hai pensato di essere fino ad oggi, ma un aggregato di non so quale natura, senza occhi, senza naso e senza sorriso, è disperante!

E nel tempo della trasmissione di un impulso da un neurone ad un altro, quando il primo che emette il messaggio di noi non ha raggiunto il ricevente, noi neppure SIAMO!

Pertanto, se in questo istante-ora Tu sei “Esistente”, lo sei in virtù dell’essere Pensiero: ma un “Pensiero” che non è riferito a quante e quali idee tu possa avere sul mondo; ma attiene al tuo dimorare nel “Punto dell’Origine”, in cui sei stabilmente alloggiato dall’Origine dei Tempi. In quel Tempo, dallo spazio vuoto, emerse all’improvviso un atto libero, nel senso di essersi originato dal nulla: cioè senza che vi fosse fluttuazione alcuna e pre-cedenti di Pensiero: ma si trattava, nello specifico, di un Pensiero che riguardava Noi e Tu.

Mi starai chiedendo: “Come sai dell’Origine?”

Non lo posso sapere, infatti, non ho idee in proposito: è solo nell’istante dell’Intuizione che anche Tu potrai sperimentarti il tuo essere il “Punto Aderente all’Origine”, da cui tutto si diparte. Ti avverto anche che, nell’ebbrezza del “masticare” la sostanza solida del tuo Essere, nell’istante fugace dell’Intuizione, non ti accorgerai dello svanire di quella stessa percezione in un istante ancor più breve. E Tu con essa.

Voglio tranquillizzarti: qualcosa rimane! A permanere sarà la consapevolezza razionale e salda del tuo risiedere nell’eterno istante-ora-sempre-presente. A comprova di questo, il tuo esserci sempre stato proprio in virtù di questo tuo manifestarti oggi, in questa fetta di spazio d’essere. Uno Spazio anche Mio, il quale abbraccia luoghi di esistenza distanti e vicini: corrispondenti a quelli passati e futuri e a quello presente.

E’ dunque nel luogo del tuo dimorare, equivalente al Punto dell’Origine, che risiede il tuo insuperabile Potere. Perché questo è il Centro della Presenza che definiamo Divina; trattandosi della “radura dell’essere “ a cui aderiamo completamente.

Non hai dunque alcun bisogno di “manifestarti” ulteriormente, di dare “prova di te” nella tua lotta quotidiana: deponi le armi, sei già tutt’uno con l’Origine! Sei già in armonia con tutti gli esseri e li porti con te, in un abbraccio che ne sorveglia le esistenze e ne ascolta le ragioni: ma con nessuna di queste ti schieri, perché non hai più bisogno di aderire all’inessenziale, ai prodotti della tua coscienza, ai portati culturali e quant’altro ti strutturi quale individuo: queste sono solamente idee, idee, idee…

Il SAGGIO NON HA IDEE: e per di più, non ha bisogno di cambiare le idee altrui, per non correre il rischio di forzarle; ma dovrà contribuire a farle evolvere da sé, con la meraviglia di quanti si troveranno mutati!

Tu adesso puoi “Essere-Semplicemente”: puoi rimanere immobile eppure sentirti straordinariamente vivo, in armonia con tutti gli esseri viventi che, a te, verranno e ti ringrazieranno, senza conoscerne apparentemente la ragione. Allora, a cosa più ti serve discettare sull’inessenziale; considerare le minuzie oppure le grandi questioni, che attengono a ciò che si manifesta nel tuo quotidiano. A cosa più ti serve sostenere e batterti per una idea, affinché un’altra ne esca sconfitta, semmai godendo dell’altrui ritirata e messa alla berlina!

Per difenderti da un sasso, ricorda che non ti servono un paio di forbici appuntite: basterà solo che sfoderi un foglio di carta, che sia grande a sufficienza da avvolgere il sasso nel momento in cui sarà pronto a sferrare l’attacco. Avvolgendolo, non potrà farti più alcun male; e se ne celerai a sé e al mondo le intenzioni, lui, con incredulità e gioia, ti ringrazierà: di aver mostrato tanta “cura” e di averlo accolto al caldo della tua mano.

E sarai proprio tu, che non ti manifesti e che non esterni le tue idee, perché non le vuoi trattenere, a non propendere né per l’una né per l’altra: ma tutte quante le accogli e le preservi. Per questo sarai considerato l’Essere a cui ognuno sentirà di potere rivolgere i propri sentimenti d’amore. Tu, allora, che sarai divenuto Saggio, non parteciperai al movimento del quotidiano vivere, avendo superato tutte le opposizioni, in virtù dell’averle riassunte in te; e rifuggirai da qualunque desiderio di importi, perché da Te tutto di origina, comunque.

Tu vedrai gli Altri esseri, che sei anche Tu, evolvere secondo il destino che a loro spetta, senza che tu interferisca. Ti porrai al centro di tutti i Destini e ne rimuoverai i blocchi, che ne rallentano o frenano lo sviluppo. Poiché tu non ti opporrai più a nulla e nulla rivendicherai per te, proprio “nulla” ti vorrà contrastare, opponendo una forza di segno contrario; e, in virtù di questo “porti fuori”, sarai tenuto con cura fuori da ogni opposizione.

D’ora in poi sarai consapevole che il tuo corpo, le tue idee, i tuoi sentimenti e le azioni che ne derivano e che, fino ad oggi, hai ritenuto costituire TE-STESSO, sono unicamente il frutto, o il prodotto deteriore, della tua coscienza: coscienza che rappresenta poi, anch’essa, un esito del tuo essere “individuo”; dunque, una forma di manifestazione vivente aggregatasi per sedimenti successivi attorno a credenze, anche quelle riguardanti la natura e la ragione del tuo essere te stesso.

La Verità così-com’è, a partire da quella che ti riguarda e che ti costituisce, è immutabile e non è mai fondata su distinzioni del momento e divergenze tra questa e quell’altra opinione: ma è sintesi totale, ineffabile, che attiene al tuo Essere in quanto tale.

Per questo arriveremo a percepire anche come sarà il mondo senza-di-noi, quando non ci manifesteremo più nel reale, senza il nostro sguardo. Perché il mondo non svanirà, anzi, il nostro Essere ne uscirà ancora più rafforzato!

Com’è possibile che questo avvenga? Immagino tu me lo voglia chiedere! E forse aggiungeresti, per chiarirti ancor più le idee: “Alla fine, che ne sarà di me, di noi: di cui, stando a quanto mi dici, non rimarrà più Nulla?”

E’ indubbio che il concepirti così destrutturato possa trasmetterti un senso di completo smarrimento: come quando di notte, forse ti sarà già successo, capita di svegliarti all’improvviso e con cuore in gola ti senti stranamente “diluito” nella sostanza densa e buia della stanza; e non riesci più, nell’istante del panico, ad individuare dov’è il tuo inizio e dov’è la tua fine; e, soprattutto, dove sei finito, laddove il nero completo che non ha né inizio e né fine, inizia pericolosamente a fagocitarti!

Ma è proprio lì che TU-SEI, naturalmente. Grazie a questa manifestazione di incorporeità, hai avuto l’opportunità di imbatterti in un differente stato d’essere, con il quale non avevi mai fatto i conti; e questo ti ha spaventato. Ma ti accorgerai presto che, da questa forma di diluizione che ti consente una visuale privilegiata, in cui né occhi né mente né corpo sono coinvolti, “Tu” sei già al centro del mondo e dell’Universo infinito.

Più non Vi sarai, potrei dire, “più-sarai”, ovunque. E saprai, da adesso, cosa si prova ad oscillare e a respirare con le tue fronde morbide e verdi al vento tiepido di primavera; e dell’ebbrezza di volare alto, emettendo il tuo felice strepitio di rondine, a te stesso che ti saluti dalla tua finestra.

Ora riesci a Vedere e ad Essere il Tutto, in simultaneità: in questo Eterno Presente, Tuo e Mio.

Daniela Stasi

Fonte del Post: http://www.animaeventi.com/website/il-potere-di-non-avere-idee/

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