Ramana Maharshi: L’Ellam Ondre, Capitoli 1 e 2.

Ellam Ondre: Capitoli 1 e 2.

“If you want moksha write, read and practise the instructions in Ellam Ondre.” Ramana Maharshi

Questo breve e straordinario libro fu scritto in lingua Tamil nel XIX secolo. L’autore è ignoto. Si deve la sua popolarità a Ramana Maharshi, che spesso lo consigliava, insieme a pochi altri testi, ai discepoli che desideravano ottenere la conoscenza.

Questo libro, ricchissimo di insegnamenti, propone il solo effettivo metodo per conseguire la realizzazione spirituale (illuminazione, moksa o liberazione). Il Maharshi indicava questo libro, in particolare, a coloro che avevano difficoltà a conciliare le tante divinità del pantheon Indù con la filosofia Advaita del monismo universale.

Questo libro spiega che non vi sono conflitti tra i diversi punti di vista, se guardiamo le cose dalla prospettiva per cui tutti i diversi esseri e oggetti dell’universo sono essenzialmente parti di una più grande completezza – come dice il titolo stesso: Tutto è Uno.

[capitoli 2 di 6]

* Capitolo 1 – Unità *

1. Tutto ciò che include il mondo visto da te e te stesso, il veggente del mondo, è solo uno.

2. Tutto quel che consideri come io, tu, egli, ella e esso, è solo uno.

3. Ciò che consideri come esseri senzienti e ciò che consideri come esseri non senzienti, come la terra, l’aria, il fuoco e l’acqua è solo uno.

4. Il bene che deriva dal tuo considerare tutto come uno, non lo si può avere considerando ciascuno come separato dall’altro. Perciò tutto è uno.

5. La conoscenza dell’unità del tutto è bene per te ed è bene anche per gli altri. Perciò tutto è uno.

6. Colui che vede “Io sono separato”, “tu sei separato”, “egli è separato” e così via, agisce in un modo per sé e in un altro modo verso gli altri. Egli non può, così facendo, aiutare. Il pensiero “io sono separato, gli altri sono separati” , è il seme da cui cresce l’albero delle differenti azioni, in relazione alle differenti persone. Come può esserci un venir meno della rettitudine per una persona che conosce l’unità di sé stesso con gli altri? Per quanto il germe della differenziazione persista, persino inconsapevolmente, l’albero delle differenti azioni fiorirà . Perciò abbandona le differenziazioni. Tutto è uno.

7. Tu chiedi: “Se nel mondo tutte le cose appaiono differenti, come posso considerare tutto come uno? C’è una via per guadagnare questa conoscenza?”

La risposta è: “Nello stesso albero vediamo foglie, fiori, bacche e rami, che sono differenti uno dall’altro, ma sono uno, perché inclusi nella parola albero. La sua radice è la stessa, la sua linfa è la stessa. Similmente, tutte le cose, tutti i corpi, tutti gli organismi provengono dalla stessa sorgente e sono vivificati da un singolo principio vitale”. Perciò tutto è uno.

8. O buon uomo! L’affermazione “Tutto è uno”, è buona o cattiva? Pensa per te stesso. Così come una persona sarà sempre virtuosa, se considera sé stessa come gli altri e gli altri come sé stesso, come si può attribuire un male a colui che sa di essere gli altri e che gli altri sono se stesso? Dimmi se c’è una miglior cosa dell’ottenere la conoscenza dell’Unità? Certamente altri metodi non possono essere buoni come questo. Come si può amare gli altri più di quando li si conosce come essere sé stessi, quando li si conosce in una amorosa unità, essendo essi veramente uno.

9. Chi può turbare la pace mentale e la freschezza del conoscitore dell’unità? Egli non ha doveri. Il Bene di tutti è il suo proprio bene. Una madre considera il benessere dei suoi figli come il suo proprio benessere, ma il suo amore non è perfetto, perché ella pensa di essere separata da loro e che i suoi bambini siano separati da lei. L’amore di un saggio che ha realizzato l’unità di tutto eccelle più di quello di una madre. Non c’è nessun altro mezzo per realizzare un tale amore, se non la conoscenza dell’unità. Perciò tutto è uno.

10. Conosci che il mondo, come un tutto, è il tuo incorruttibile corpo e che tu sei la vita eterna dell’intero mondo. Dimmi se c’è un male nel fare così? Chi teme di percorrere la via dell’innocuità? Sii coraggioso. I Veda insegnano questa autentica verità. Non c’è nulla oltre te stesso. Tutto il bene sarà tuo. Di più, diventerai il bene stesso. Tutto quello che gli altri avranno da te sarà solo bene. Chi farà male al proprio corpo e alla propria anima? Un rimedio si applica se c’è un ascesso nel corpo. Anche se il rimedio è penoso fa solo il bene. Tali saranno alcune delle tue azioni; esse saranno per il bene del mondo. Per questa ragione, non voler essere coinvolto nella differenziazione. Per dirla brevemente: il conoscitore dell’unità dovrebbe agire come uno. Di fatto, la conoscenza dell’unità lo fa agire. Egli non può sbagliare. Nel mondo, egli è dio fatto visibile. Tutto è uno.

* Capitolo 2 – Tu *

1. Chi sei? Sei questo corpo? Se è così, perché non sei consapevole del serpente che striscia su di esso quando sei immerso nel sonno profondo? Puoi, dunque, essere questo corpo? No, certamente no. Tu devi essere altro rispetto a questo corpo.

2. Qualche volta, nel sonno, tu sogni. Là identifichi te stesso con qualcuno. Puoi essere quel qualcuno? Non puoi esserlo. Altrimenti che sarà di quell’individuo al tuo risveglio? Tu non sei quegli. A maggior ragione, devi vergognarti di aver identificato te stesso con lui. Chiaramente tu non sei quella particolare persona. Tu sei diverso da lui.

3. Ricorda lo stato di sonno profondo, senza sogni. Qual’è il tuo stato allora? Può essere quello la tua vera natura? Sicuramente non vorrai sottoscrivere questa credenza. Perché? Perché non sei così folle da identificare te stesso con l’imponente oscurità che ti ostacola nel conoscere lo stato in cui sei. Distinto dall’intelletto, dalle cose circostanti, come puoi credere di essere la stessa ignoranza o vuoto? O, come può essere essa veramente la tua reale natura? Non può essere. Tu sei il conoscitore, colui che sa che questo stato è una condizione di densa oscurità, che vela la tua vera natura. Come puoi essere tu quello che hai sperimentato e condannato? Perciò non sei la scura ignoranza del sonno profondo. Tu sei distinto anche da questa.

4. Dopo che si è detto che non sei questo corpo grossolano, puoi essere qualcosa d’altro, ancor più lontano da te? Così come non sei questo corpo grossolano, non sei nemmeno nulla di più lontano dal corpo, ne’ la persona del sogno, ne’ l’ignoranza del sonno profondo. Sei distinto da questi tre stati e da questo mondo.

5. Questi tre stati possono essere ridotti soltanto a due condizioni: una è quella del soggetto e dell’oggetto e l’altra dell’inconsapevolezza del soggetto stesso. La prima include lo stato di veglia e di sogno, mentre la seconda rappresenta il sonno profondo. Tutte le tue esperienze sono comprese in queste due sole condizioni. Ambedue sono estranee a te. La tua vera natura rimane distinta da loro.

6. Se chiedi cosa sia, si chiama turiya, che significa il quarto stato; perché viene usato questo nome? Questo nome è appropriato perché sembra dire che i tre stati della tua esperienza di veglia, sogno e sonno profondo sono estranei a te, mentre la tua vera natura è il quarto stato, che è differente da questi tre. I tre stati – veglia, sogno e sonno profondo – dovrebbero essere considerati come le componenti di un lungo sogno, mentre il quarto stato rappresenta il risveglio da questo sogno. Perciò è più celato del sonno profondo, ma anche più desto dello stato di veglia. Perciò il tuo vero stato è il quarto stato, che è distinto dallo stato di veglia e da quelli di sogno e di sonno profondo. Tu sei solo quello. Che cosa è il quarto stato? E’ una conoscenza che non specifica nulla. Non è inconsapevole di sé stesso. Vale a dire, il quarto stato è la Pura Consapevolezza, che non è consapevole di alcun oggetto, ma non è inconsapevole di sé. Solo colui che lo ha realizzato, anche se solo per un batter d’occhio, ha realizzato la verità. Tu sei solo quello.

7. Nel testo edito sulla newsletter, dal sutra 6 si passa direttamente al sutra 8; manca il 7 (n.d.t.)

8. Che cosa c’è di più per colui che ha realizzato il quarto stato? Praticamente non è possibile per nessuno rimanere per sempre in quello stato, cioè lo stato di nessuna conoscenza particolare. Colui che ha realizzato il quarto stato, successivamente, si sveglia in questo mondo, ma, per lui, questo mondo non è come prima. Egli vede che quel che ha realizzato come quarto stato risplende adesso come tutto questo. Egli non immagina più questo mondo come distinto da quella Pura Consapevolezza. Così, quel che ha visto nell’interiorità, adesso lo vede all’esterno, in una differente forma. Al posto della differenziazione del passato, egli, adesso, è stabile, ovunque, nello stato di non differenziazione. Adesso egli è tutto. Non c’è nulla di distinto da sé stesso. Che i suoi occhi siano chiusi o aperti, o in qualunque modo le cose possano mutare, il suo stato rimane invariato. Questo è lo stato di Brahman. Questo è il naturale ed eterno stato. Tu sei quello stato, sempre-vero.

9. Non c’è nulla al di là di questo stato. Le parole “interno” ed “esteriore” non hanno più significato per lui. Tutto è uno. Il suo corpo, la sua parola e la sua mente non possono funzionare egoisticamente. Le sue opere saranno una grazia, per il bene di tutti. Il frammentario < io > è perso per sempre. Il suo ego non può più rinascere. Perciò si dice che è liberato qui e adesso. Egli non è vivo perché il suo corpo vive e non muore perché il suo corpo muore. Egli è eterno. Non c’è nessun altro tranne lui. Tu sei Quello.

10. Chi è Dio? Egli è grazia. Che cosa è la Grazia? Consapevolezza senza l’ego frammentato. Come si può sapere che esiste un tale stato? Solo realizzandolo. I Veda lodano quell’uno che ha realizzato Dio ed è diventato uno con Lui. Perciò, il più grande bene che uno può ricevere dal mondo, come anche il più grande bene che uno può rendere al mondo, è realizzare questo stato. Di fatto, non ci sono stati oltre questo. Essi appaiono nello stato di ignoranza. Per colui che conosce, c’è un solo stato. Tu sei quello.

[…]

Testo completo in lingua Inglese

Fonte: http://www.advaita.it/testi%20e%20filosofi/ellamOndre.htm
Rivisto da: UnicaCoscienza.org

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