Configurazioni subconscie.

Configurazioni.

Ogni situazione di questa vita non è che una configurazione: una scena tenuta piedi da modelli subconsci in interazione fra loro. Ma noi non lo vediamo fin quando qualcuno o qualcosa non ci impone di stare ‘fermi’. E, per stare fermi, intendo proprio quell’immobilità, quel silenzio interiore e quella disidentificazione che ho chiamato anche “la sensazione di esistere” a prescindere sulle ‘istruzioni 2.0’, che è probabilmente la risorsa più utile per un mago errante.

Allora, nell’immobilità, si vedono dei particolari che prima non eravamo proprio capaci di vedere. Attori sulla scena sì, ma attori che rispondono a quel copione che era condiviso. C’ero io e c’eri anche tu, ma quella storia in qualche modo era già scritta dalle nostre firme vibrazionali, e l’avevamo ereditata e sottoscritta inconsciamente, immersi in un turbinio di eventi, di prima e dopo, di presente e passato che non faceva che ipnotizzarci nel credere che tutto stesse avvenendo ‘a noi’ e non ‘attraverso di noi’.

A un certo punto, però, la realtà e la storia che ci raccontavamo non andavano più d’accordo e siamo entrati in stallo. La sensazione di non sapere più dove andare e cosa fare era un buon segnale, ma anche quella terribile voce che ci diceva “perché continua a succedermi questo?”

E’ allora che ci dobbiamo fermare. Dobbiamo smetterla di credere di sapere dove stiamo andando, perché non solo non lo sappiamo, ma tutta la vita ci chiede di smettere di andare da qualche parte. Ci dobbiamo fermare perché non sappiamo più chi siamo, cosa sentiamo e quale sia la direzione.

Dobbiamo fermare piani, progetti e pensieri con i quali credevamo di predire qualcosa ma che non hanno fatto che raccontarci ciò che ci volevamo raccontare. Ogni configurazione ci chiede di integrare un messaggio che non sarà comprensibile con la mente; il pensiero non ci arriverà mai se non costruendo delle storie.

Dobbiamo invece diventare capaci di ‘sentire’ quel messaggio, la vibrazione energetica che da sola può darci le informazioni che cerchiamo. Come usciamo dal disastro? Imparando a sentire la carica emotiva non integrata che l’ha creato proiettandosi sul reale.

Perché ci è accaduto di nuovo? Perché quella carica era ancora lì, non vista, ed ha agito a nostra insaputa. Perché era ancora lì? Perché non abbiamo mai avuto il coraggio di immergerci lì dentro, ascoltarla e lasciarla passare, non abbiamo quindi mai ‘compreso’ il messaggio.

Quando saremo quieti e inizieremo a sentire quel tutto che ci attraversa, senza risparmiarci nulla, dissolvendolo, privandoci della storia mentale che l’ha sostenuto, tutta la nostra linea di vita inizierà a scivolare verso un’altra configurazione e, molto probabilmente, tutti gli attori inconsapevoli che mantenevano in essere quel copione spariranno.

In questo conoscerete il vostro potere invisibile e silenzioso, che non viene dal fare, ma dal ‘sentire’ e dall’essere di più. Ricordatevelo, la prossima volta: agire per correggere il ‘là fuori’ è solo la metà meno importante del cambiare linea di vita. L’altra metà, ben più rilevante, è quella del non agire, concentrando l’attenzione all’interno e rendendosi immuni all’influsso della sfocatura e delle sue storie.

Andrea Panatta

Fonte: http://maghierranti.blogspot.com/2018/08/configurazioni.html

WooshDe7Torna Su