Gendun Gyatso: L’io solido.

L’io solido.

Ebbene, ecco l’Io, l’illusione per eccellenza, il clou delle apparizioni – o pseudo-rivelazioni – metafisiche che si affaccia ancora e ancora, ripetutamente, pressoché all’infinito, nel panorama esistenziale della propria in-consapevolezza di fondo, sino a lambire le sponde opposte del “mare coscienza”, cioè la rimembranza costante di se stessi che si alterna alla dimenticanza ondivaga di pensieri ed emozioni relativamente alienanti … ma leggiamo come si esprime a tal proposito Gendun Gyatso, secondo Dalai Lama …

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«A volte, il pensiero “io” si presenta improvvisamente, con gran forza… La situazione è come quella di una roccia o di un albero che si sporga dal picco di una collina all’orizzonte: da lontano ci si può sbagliare e prenderlo per un essere umano. Tuttavia, l’esistenza di un essere umano in quella roccia o albero è solo un’illusione ottica.

A un esame più approfondito non si trova alcun essere umano in nessuna delle diverse parti dell’entità che sporge, né nell’insieme delle sue parti, né in alcun altro aspetto di esso. Non c’è niente nella sporgenza che possa costituire una valida base per il nome di essere umano.

Nello stesso modo, l’io solido che sembra esistere in qualche posto dentro il corpo e la mente è solo un’attribuzione. Il corpo e la mente non sono rappresentati dal senso dell’io più di quanto la roccia sporgente non sia rappresentata dal termine “essere umano”.

Questo io non può essere situato in nessun posto, in nessuna parte specifica del corpo e della mente, né si trova all’interno del corpo e della mente considerati nel loro insieme, né esiste un posto al di fuori di corpo e mente che possa essere una base adatta per l’oggetto evocato dal nome “io”».

Gendun Gyatso, secondo Dalai Lama

Fonte: https://www.meditare.it/wp/risorse/io-solido-gendun-gyatso-secondo-dalai-lama/

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