Che cosa vuol dire esattamente essere intelligente?
J.K.: “Un uomo intelligente è un uomo perfettamente vacante, non ingombrato, che affronta le situazioni con questa vacuità, non lasciando in nessun caso intervenire la memoria o il bisogno di sicurezza.
Il suo spirito è sempre vigile e si piega alle varie circostanze della vita. Questa, a mio avviso, si può chiamare intelligenza.”
I.: Ho fatto questa domanda perché si sente dire spesso che l’intelligenza è un ostacolo, o si dovrebbe dire l’intellettualità, che è tutt’altra cosa?
J.K.: “Si, si confonde spesso l’intelligenza con il sapere. In realtà, la persona intelligente è una persona completamente vacante. Invece di impiegare le sue energie ad accumulare cognizioni, dirige la sua attenzione verso qualcosa di totalmente ignoto.
Essa è aperta verso questo Ignoto. Tuttavia, quando si comincia a procedere in questo modo, si può avere, all’inizio, una specie di vertigine. Non si è troppo sicuri di sé e non si osa ancora abbandonare ciò che si è accumulato, perché interviene una preoccupazione di sicurezza.
A poco a poco, però, ci si accorge che questa sicurezza assoluta, questo dominio perfetto di ogni situazione non possono essere raggiunti che attraverso la soglia di una vacuità e disponibilità totali, che rendono impossibile ogni fissazione o valutazione.
Solo l’intuizione della non-dualità trasforma il terreno individuale. Ogni altra esperienza apporta una modificazione passeggera e illusoria, capace di attenuare certi stati, ma, ripeto, incapace di trasformare veramente. Il mentale non ha alcuna presa sul mentale; occorre trascenderlo per cambiare realmente.“
I.: Andare al di là del mentale, intende?
J.K.: “Cioè a dire, essere il Sé.”
Jean Klein
Fonte: https://www.facebook.com/jeanklein.italia/posts/1467562423377480