Jiddu Krishnamurti: La pace non è un ideale.

La pace non è un ideale.

«Che cosa provoca la guerra, che sia religiosa, politica o economica? Ovviamente, la fede nel nazionalismo, in un’ideologia o in un dogma particolare. Se tra noi non ci fosse altra fede che la buona volontà, l’amore e la considerazione, allora non ci sarebbero guerre. Ma siamo nutriti di credenze, idee e dogmi e quindi alimentiamo il malcontento.

La crisi attuale è di natura eccezionale e noi come esseri umani dobbiamo o perseguire la strada del conflitto costante e delle guerre continue, che sono il risultato della nostra azione quotidiana, oppure riconoscere le cause della guerra e voltare loro le spalle.

Ovviamente ciò che causa la guerra è il desiderio di potere, posizione, prestigio e denaro; anche la malattia chiamata nazionalismo, il culto di una bandiera; e la malattia della religione organizzata, il culto di un dogma. Tutte queste sono le cause della guerra.

Se, come individuo, appartieni a una qualsiasi delle religioni organizzate, se sei avido di potere, se sei invidioso, sei destinato a produrre una società che porterà alla distruzione. Quindi, ancora una volta, dipende da te e non dai leader, non dai cosiddetti politici e da tutto il resto. Dipende da me e da te, ma non sembra che ce ne rendiamo conto.

Se una volta Tanto riconoscessimo davvero la responsabilità delle nostre azioni, quanto velocemente potremmo porre fine a tutte queste guerre, a questa spaventosa miseria!

Ma vedi, siamo indifferenti. Facciamo tre pasti al giorno, abbiamo il nostro lavoro, abbiamo i nostri conti bancari, grandi o piccoli, e diciamo: “Per l’amor di Dio, non disturbarci, lasciaci in pace”.

Più siamo in alto, più desideriamo sicurezza, permanenza, tranquillità, più desideriamo essere lasciati soli, mantenere le cose fisse come sono; ma non possono essere mantenute così come sono, perché non c’è niente da mantenere. Tutto si sta disintegrando. Non vogliamo affrontare queste cose, non vogliamo affrontare il fatto che tu ed io siamo responsabili delle guerre.

Tu ed io possiamo parlare di pace, tenere conferenze, sederci attorno a un tavolo e discutere, ma interiormente, psicologicamente, vogliamo potere, posizione, siamo motivati dall’avidità. Intrighiamo, siamo nazionalisti, siamo vincolati da credenze, da dogmi, per i quali siamo disposti a morire e a distruggerci a vicenda.

Pensi che queste persone, tu ed io, possiamo avere la pace nel mondo?

Per avere la pace dobbiamo essere pacifici; vivere pacificamente significa non creare antagonismo. La pace non è un ideale. Per me un ideale è semplicemente una fuga, un evitare ciò che è, una contraddizione di ciò che è.

Un ideale impedisce l’azione diretta su ciò che è. Per avere la pace dovremo amare, dovremo cominciare non a vivere una vita ideale, ma a vedere le cose come sono e ad agire di conseguenza, a trasformarle. Finché ognuno di noi cerca sicurezza psicologica, la sicurezza fisiologica di cui abbiamo bisogno – cibo, vestiti e riparo – viene distrutta. Cerchiamo la sicurezza psicologica, che non esiste e la cerchiamo, se possiamo, attraverso il potere, la posizione, i titoli, i nomi: tutto ciò sta distruggendo la sicurezza fisica. Questo è un fatto ovvio, se lo osservi.

Per portare la pace nel mondo, per fermare tutte le guerre, ci deve essere una rivoluzione nell’individuo, in te e in me. La rivoluzione economica, senza questa rivoluzione interiore, non ha senso, perché la fame è il risultato della corruzione delle condizioni economiche determinato dai nostri stati psicologici, quali avidità, invidia, ostilità e possessività.

Per porre fine al dolore, alla fame, alla guerra, è necessaria una rivoluzione psicologica e pochi di noi sono disposti ad affrontarla. Discuteremo di pace, pianificheremo la legislazione, creeremo nuove leghe, le Nazioni Unite e così via, ma non otterremo la pace perché non rinunceremo alla nostra posizione, alla nostra autorità, al nostro denaro, alle nostre proprietà, alle nostre stupide vite.

Fare affidamento sugli altri è assolutamente inutile; gli altri non possono portarci la pace. Nessun leader ci darà la pace, nessun governo, nessun esercito, nessun paese. Ciò che porterà la pace è la trasformazione interiore, da cui si produrrà l’azione esteriore.

La trasformazione interiore non è isolamento, non è un ritiro dall’azione esteriore. Al contrario, può esserci azione giusta solo quando c’è il pensiero giusto e non c’è pensiero giusto quando non c’è la conoscenza di sé. Senza conoscere te stesso, non c’è pace.

Per porre fine alla guerra esterna, devi iniziare a porre fine alla guerra dentro te stesso. Alcuni di voi annuiranno e diranno: “Sono d’accordo”, poi usciranno e faranno esattamente la stessa cosa che hanno fatto negli ultimi dieci o vent’anni.

Se il tuo accordo è meramente verbale, non avrà alcun significato, perché le miserie e le guerre del mondo non verranno fermate da un consenso casuale. Verranno fermate solo quando ti renderai conto del pericolo, quando ti renderai conto della tua responsabilità e non la demanderai a qualcun altro.

Se ti rendi conto della sofferenza, se vedi l’urgenza di un’azione immediata e non rimandi, allora ti trasformerai; la pace verrà solo quando tu stesso sarai pacifico, quando tu stesso sarai in pace con il tuo prossimo.»

Tratto da: “La prima e l’ultima libertà” di Jiddu Krishnamurti
Traduzione di UnicaCoscienza

Fonte: Krishnamurti Foundation of America

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