Andrea Pangos: Dall’apparenza all’Essenza.

La responsabilizzazione è il percorso dall’apparenza all’essenza. Dal proiettare il mondo, a scoprirsi Origine del Cosmo intero.

Essenza e apparenza.

Se non ci conosciamo, la responsabilità è una questione legata all’apparenza, non all’essenza. La meccanicità fa parte del mondo oggettivo, la consapevolezza del mondo soggettivo, mentre la Coscienza Integrale è Obiettività, perché Soggetto senza oggetto.

Senza conoscerci, possiamo lecitamente affermare: mia responsabilità? Mia? Di chi? Chi sono io? Chi Sono in Realtà?

La responsabilizzazione è il percorso dall’apparenza all’essenza. Dal proiettare il mondo, a scoprirsi Origine del Cosmo intero.

Essere responsabili in modo convenzionale, è possibile anche senza conoscersi, ma la responsabilità esistenziale, cioè la nobilitazione di noi stessi, in quanto vita terrena, non può prescindere dalla ricerca qualitativa del responso giusto a: Chi sono?

Senza ConoscerCi possiamo soltanto immaginare la responsabilità, di essere o meno responsabili. L’ignoranza di Sé implica l’immaginazione del sé, pertanto l’immaginazione di qualcuno che è responsabile o meno.

Per offrire risposte Vere dobbiamo Essere Noi Stessi. La domanda da farsi allora è: Cosa significa Essere Veramente Se Stessi?

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Non possiamo salvare il mondo, ma possiamo contribuire al suo miglioramento, primariamente salvando noi stessi dall’inconsapevolezza.

Aiutarsi per aiutare.

Maturare la responsabilità è anche passare dal proiettare, fantasticare, a vedere sempre più chiaramente, direttamente.

Causa inconsapevolezza, possiamo fantasticare di avere capacità che, invece, non abbiamo, oppure possiamo immaginare presunte responsabilità specifiche che, invece, non ci riguardano direttamente.

Voler salvare il mondo, senza aver fatto nulla di concreto per salvare se stessi dall’inconsapevolezza, è un esempio classico di profonda inconsapevolezza.

Non possiamo guarire l’umanità, intesa come intero genere umano. È però un atto di responsabilità iniziare a guarire noi stessi, maturando la nostra umanità. Non possiamo salvare il mondo, ma possiamo contribuire al suo miglioramento, primariamente salvando noi stessi dall’inconsapevolezza, per irradiare sempre maggior consapevolezza, Luce indicante, sostituente la luce abbagliante dell’ignoranza esistenziale.

L’elemento più vicino a noi stessi, su cui possiamo influire, siamo noi stessi, anche quando siamo lontani da noi stessi, perché l’attenzione è persa nelle proiezioni. La vicinanza a se stessi è sempre a portata di mano, nel senso che l’attenzione è lo strumento primario per avvicinarsi a se stessi, come lo è per allontanarsi da se stessi, perché l’attenzione è volta verso l’oggetto, invece che verso il soggetto.

Volgersi verso il Superiore, interiormente, non soltanto volgendo lo sguardo al cielo esteriormente, è la via del ritorno casa.

Fonte: https://andreapangos.wordpress.com/

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