Nisargadatta Maharaj: Frasi scelte.

L’ambrosia di Nisargadatta Maharaj.
Frasi scelte che provengono e dirigono all’Assoluto Sad Guru.

Da: “Liberi dall’immaginazione”.

Questo prurito che si manifesta, la coscienza ‘’io-sono’’, è Brahman. Quando il prurito se ne va, ciò che si mantiene è Parabrahman.

Qui parla il Parabrahman al “confuso” Brahman. La confusione è data dall’identità limitata al corpo.

Quando potrai dire davvero: ”Non so”, ecco il Supremo, il Parabrahman che non sa di essere.

La tua coscienza odierna è solo una notizia: è arrivato un telegramma che dice ”tu sei”.

Finché c’è conoscenza c’è ignoranza: sapere di essere è l’inizio del sogno. L’immaginazione iniziale è che “noi siamo” e siamo svegli.

Il sogno è visto all’interno, ma sembra esterno. Così il mondo da sveglio è visto all’interno, ma sembra esterno. È solo il senso di essere vivo che brilla, in quanto intero manifesto.

La mente non può conoscere ciò che è oltre la mente, ma ciò che è oltre la mente conosce la mente.

Nessuno può vedere il tuo sogno, tranne te. Così il mondo da sveglio è solo per te stesso.

La coscienza non è una cosa minuscola, l’universo intero è la luce della tua coscienza: ma tu non sei quello. Sei il testimone di quello.

C’è forse dualità tra la coscienza e ciò che osserva? La stessa dualità che c’è tra il sole e la sua luce.

Mantieniti in ciò che “sai”, prima di conoscere qualcosa.

Il tuo “essere vivo” lo è anche senza sapere che sei. Non lo riconosci perché sei certo di esserlo. Non ha né colore né forma, ma un gusto memorizzato. La verità non ha nessun gusto e non sa di essere.

L’Ultimo è quando il conoscere si dissolve ed è senza tempo.

Si usano definizioni per parlare della Realtà “oltre le parole”. L’illusione resta, ma sei il conoscitore (apparente) di quell’illusione.

Ciò che è Non-Dualistico è completo, quindi non c’è possibilità di beatitudine, poiché non è possibile testimoniarla. Se non c’è l’osservatore – che è indescrivibile – come può esserci l’osservato?

Coscienza è memoria e non è ciò che sono. Ritorna al punto, dove non hai mai avuto esperienze di nessun genere.

Cos’è tutto questo parlare di miracoli? Qual’è il più grande miracolo se non l’emergere del tuo senso di essere? Tutti i problemi nascono dalla coscienza: nel profondo vi è solo pace senza fine.

Chi testimonia che il sonno era buono e profondo? Chi si sveglia e osserva il sapere di essere? Nel sonno profondo non c’è separazione.

Nel sonno profondo sei ignoranza che, se non si sveglia, allora chi è nato e chi muore? Questa ignoranza si sveglia e torna al sonno: il risveglio è figlio dell’ignoranza.

Nessun bisogno di strillare: ’’sono realizzato’’, la gente se ne accorgerà. Se credo che mi sia successo qualcosa di speciale, è sicuramente l’ego.

Tu affermi che nella meditazione il “conoscitore” scompare, che non vi è nulla. Chi sa tutto questo?

Abbi la ferma convinzione che “io-sono”, prima di qualunque esperienza tra il risveglio e il sonno. Sei Pura Coscienza riflessa nel corpo come “Io-coscienza” di cui il mondo è il luminoso riflesso.

Il “conoscitore” è inconoscibile: conosci il conoscibile e mettici un timbro: ”Non sono questo”.

Togli l’immagine di essere “l’agente” e poi fai quel che c’è da fare.

Lo spazio del sogno è proiettato da te in te e con esso il mondo. Agisci come se fossi una persona, ma in realtà nulla è mai successo. Se non sei presente a chi appare il pensiero?

Il “non-sapere”, simile al sonno, circonda il lampo del conoscere. Dove abita lo spazio? Lo vedi forse nel sonno? Quando finisce il sogno dove è sparito il testimone del sogno? Non è mai arrivato e non è mai partito.

Tutto ciò che puoi trovare è falso. Quando il senso di essere cerca di vedersi, sparisce il suo sapere di essere.

La Pura Coscienza è senza limiti, incommensurabile. Come può morire?

Non fare sforzi per arrivare a qualcosa, resta quieto: è la mente che è nata, non te.

Da ignorante dici: “Non ci sono!”, ecco il tranello. Chi sa che “non ci sono”… sta dicendo questo!

Lo stato di veglia e di sonno non sono due: l’uno si trasforma nell’altro.

“Quello” che assiste allo stato di veglia e di sonno può mai essere assente? Se realizzi il Sé, il conoscitore si rivelerà come non-nato.

Ogni giorno caschi nel sonno profondo: litigherai con qualcuno se quel sonno… non si sveglierà mai più?

Se non c’è veglia non c’è mondo: la veglia stessa è il mondo. Che cosa eravamo in assenza dell’esperienza del mondo e di noi stessi? Questo dev’essere compreso.

Parlo di ciò che non era e non sarà. Nulla si può dire di ciò che “è”.

La conoscenza è arrivata senza saperlo. Come puoi trattenerla sapendolo? La conoscenza è l’opposto della non-conoscenza, ma senza saperlo, nessuna delle due esiste. Tutte le teorie sulla coscienza sono inventate dopo l’apparizione di questa coscienza.

Come può esserci una ricerca in qualcosa che c’è, ma non è mai successo?

Elimina anche ogni immaginazione che vi è qualcosa chiamata “Atma o Sé” o “Paramatma o Supremo Sé”.

Quando e come sono diventato presente a me stesso? Posso forse conoscerlo attraverso le Scritture?

La Verità non appare in una scena teatrale e non ha costumi.

Ciò che è consapevole è lontano dalla consapevolezza.

Mentre ascolti, rimani attento alla consapevolezza di ”sto ascoltando”.

Lo spazio e me stesso non sono due entità. In tal modo ovunque io vada, andrò dove sono già.

Non essere il compratore di concetti: la fame dell’immaginazione non è mai soddisfatta.

La coscienza ”io-sono” ha limiti nel corpo, ma la Coscienza non ha forma e non ha limiti.

Rimani seduto a osservare il significato dell’Io: non ascoltare i consigli della mente. Anche se è attiva, lasciala stare, ma sii certo che non sei la mente. Credi di essere portato via dalla mente, ma hai mai visto il senso dell’io-sono portato via?

La mente non sarà mai sotto controllo, finché saprà di essere nella forma di un corpo. Chi sa che la mente è calma o agitata?

Resta lì.

La coscienza è transitoria, come può conoscere l’eterno?

La Coscienza pura è ovunque, ma fuori dal corpo non ha il “sapore” dell’essere. Non ha mai avuto alcuna esperienza, nemmeno ora.

Quando potrai veramente dire “Non so”, allora sarai Assoluto Parabrahman. Quando realizzerai una volta cos’è reale o irreale, che senso avrà sedersi di continuo in “samadhi”?

Non ho né colore né forma: sono il testimone dell’essenza e della sua assenza. Oltre il testimone vi è Vacuità e Silenzio infiniti.

Cos’è la mia realizzazione? So che non so nulla e ho visto tante cose che non sono mai successe. Non ho insegnamenti.

Ascolta: ti parlo solo di “ciò che è e com’è.”

Che cosa c’è alla fine? Nulla… e nemmeno quello. Non rimane nemmeno qualcosa di me che possa dire che sono libero.

La gioia di essere liberi dall’immaginazione è “fuori da questo mondo”.

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Nisargadatta Maharaj: frasi da vari dialoghi.

Non aver paura, non resistere né attendere: sii quello che sei. Non c’è nulla da temere. Abbi fiducia e prova. Sperimenta con onestà. Dà al tuo vero essere l’opportunità di plasmare la tua vita. Non te ne pentirai.

Sono giunto alla conclusione che la coscienza e tutto ciò che essa contiene è solo una gigantesca frode.

L’ ”Io-sono” è “la pubblicità dell’Assoluto che è ignoto. Ciò che chiami Ishwara, Brahma e così via sono solo cumuli dell’Assoluto. È l’Assoluto in te che ti porta all’Assoluto, oltre te stesso. Chi è libero dall’andare e venire e infine completamente affrancato dal concetto “Io-sono”, è davvero liberato.

Naturalmente tu sei il Supremo! Ma che dire? Ogni granello di sabbia lo è, ed è importante saperlo, ma questo è solo l’inizio.

Raccogli e rafforza la mente e vedrai che i tuoi pensieri, parole, azioni e sentimenti si allineeranno nella direzione del volere divino. Ogni sorta di esperienze potranno sorgere, ma rimani immobile nella conoscenza che tutto il percepibile è transitorio e solo “l’Io-sono” dura. Lavorare nel mondo è duro, ma è ancora più duro trattenersi dal fare cose inutili. Non devi raggiungerlo, lo sei. Ti troverà se gli lasci l’occasione propizia.

Combatti con tutte le tue forze a disposizione contro l’idea che sei nominabile e descrivibile. Non lo sei. Rifiuta di pensare a te con le espressioni di questo o quello. Per quanto grande e completo sia il tuo mondo, si contraddice ed è transitorio e del tutto illusorio.

Nell’Assoluto non vi è uno strumento per definire…e a chi? Essere una persona significa dormire: quando la mente fa festa, la Realtà scompare, quando la mente digiuna, la Realtà può entrare. La Realtà è l’ultimo distruttore. Ogni separazione, alienazione, estraneità è falsa. Tutto è Uno, questo è l’ultima soluzione a ogni conflitto.

Non credo affatto alla spiritualità, che è come l’acqua sporca dei piatti. Non sono nulla e anche questa parola non ha senso.

Lo stato Ultimo è quello in cui nulla esiste, né io né voi né la manifestazione esiste.

Non sono nulla, non ho nulla, ma tutto proviene da me, la sorgente, la radice è me stesso. Per aiutare altri si dev’essere oltre il bisogno di aiuto.

Come persona l’esistenza è momentanea. Sei davvero una persona?

Se osservo con la mente, vedo innumerevoli persone, se osservo oltre la mente vi è un testimone: oltre vi è l’infinita intensità della vacuità e del silenzio.

Il desiderio fondamentale è vivere: tutto dipende da quello.

Il tuo Sé è l’ultimo maestro, quello esterno è solo una pietra miliare: è solo il tuo maestro interiore che camminerà con te al traguardo, perché è il traguardo.

Anche il senso di essere, dietro alle identità, si avvererà illusorio. Tu Assoluto, non sei né uno né due: sei prima di entrambi.

Non c’è né agente né creatore di questo mondo: tutto avviene spontaneamente. Le parole non raggiungono l’oltre della mente. Sei prima delle parole, uccidile, non farti condizionare da esse. Chi sei? Non accettare formule: la risposta non è nelle parole.

Tu sei il punto senza riferimenti da cui sorgono tutte le dimensioni. Tutto quello che puoi capire, non lo sei: nel non-capire…puoi capirti.

Il tempo è una successione di momenti: ogni momento appare dal niente e sparisce nel niente, per non apparire mai più.

Come puoi costruire su qualcosa di così sfuggevole?

Non realizzi che per difendere un sé devi essere violento? Tutto ciò che è percepito, concepito da un “Io” e lo stesso ”Io” fanno parte dell’illusione (maya). Alla fine non sei nemmeno l’osservatore.

Solo il silenzio può parlare dell’Inconoscibile. Se investighi sul conoscibile, si dissolve e rimane solo l’Inconoscibile.

Il realizzato ha perso l’identificazione con qualunque cosa. È senza luogo, aldilà dello spazio-tempo, del mondo, delle parole e dei pensieri. Non siamo né materia né energia, ne corpo né mente.

C’è felicità dove non c’è “io”. Allontanati da ciò che occupa la mente, fa il lavoro che devi fare, ma evita nuovi obblighi. Sii disponibile e non evitare quello che avviene senza richiesta.

Devi pur esistere prima del testimoniare, perché questo appaia. Il ricercatore è alla ricerca di sé stesso. Ogni esperienza ti porta ad altre esperienze: non aspettarti nulla da esse.

La verità non ti porta alcun vantaggio né statuto speciale o potere sugli altri. Ti dà solo la libertà dal falso. Un testimone osserva l’io-sono in infiniti corpi: finché questi durano, pur sottili, l’”io-sono” appare come molteplice. Aldilà del corpo c’è solo l’Unico. Il problema c’è solo perché ti consideri un corpo con una forma.

Sogniamo che siamo svegli, sogniamo che dormiamo. Ogni stato è una variante del sogno: vedere che tutto è sogno, libera.

La Pura Presenza avvertì il senso di “essere” e da questo seme nacque l’universo intero.

È la serietà che libera, non la teoria.

Finché non sei libero dall’identificazione di sé, tutte le religioni, le scienze, le preghiere, lo yoga non ti sono di nessuna utilità perché basate su un errore e quindi lo rinforzano.

Nella profonda meditazione, assorbiti nell’unico “io-sono”, ti sarà rivelato intuitivamente come è avvenuto questo “senso di essere”.

Le circostanze esterne governano l’ignorante; chi conosce la realtà non si sente obbligato da esse: obbedisce solo alla legge dell’amore.

Se sprofondi nella tua vera identità, nulla è importante perché non esiste. Quando l’”io” sparisce, tutto è Consapevolezza.

Non sopprimere i pensieri: lo stato senza pensieri prevarrà quando la Consapevolezza che è prima della coscienza si rivelerà.

Frasi del suo (non) stato interiore.

Non sto seduto qui, non confondetemi col corpo. Anche se vi appaio come corpo, non lo sono: nulla è separato da me e quindi sono dappertutto. Nessuno è me, quindi non sono nulla.

D.: Cosa succede quando dorme?

R.: Sono conscio di dormire o di essere sveglio o nel sogno. In realtà il realizzato (jnani) non è né consapevole né inconsapevole, è oltre.

Per te il corpo è reale, per me no. Ascolto le mie risposte anche se appare che io ti risponda, allo stesso modo sembro agire nel mondo.

D.: Siete gioioso o triste?

R.: Chiamali come vuoi, sono stati mentali ed io non sono la mente. Focalizzando l’attenzione, divento la cosa che osservo, ne divento l’intimo testimone. In verità non sono né descrivibile né definibile.

Un’ultima storiella divertente che mostra lo spirito spontaneo di Maharaj.

Ormai anziano e molto malato, i suoi fedelissimi si domandavano che tipo di “samadhi” (pietra tombale) avrebbe desiderato. La risposta non si fece attendere:

Volete erigere un monumento…cosicché i cani possano venire a innaffiarla?

Traduzione di Isabella di Soragna.

Fonte: http://www.isabelladisoragna.com/traduzioni/lambrosia-di-nisargadatta-maharaj/

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