U. G. K.: Brucia ogni etichetta memorizzata!

Brucia ogni etichetta memorizzata!

Una raccolta di frasi, che U.G. ribadisce più volte e che da sole bastano a bruciare ogni etichetta memorizzata!

Noi cerchiamo sempre di colmare il divario tra ciò che è e ciò che dovrebbe essere; e con ciò generiamo uno stato di contraddizione e di conflitto in cui si perdono tutte le energie. Coscienza e incoscienza (quando sei “incosciente”, lo “sai” forse?) = sei cosciente solo se lo SAI. Solo quando è in funzione, il pensiero ti fa credere che sei vivo. Se non pensi… sei vivo o sei… morto? Se non pensi, non c’è nessun punto di riferimento. La fine dell’illusione dell’ego è la fine dell’esistenza ‘’mentale’’ individuale. La coscienza infinita, cosmica = PENSIERO!! = 0

OGNI VOLTA CHE UN PENSIERO NASCE, NASCI TU: ossia crei un PUNTO (immaginario) da cui nascono esperienze mondo-cose (CONCETTI, CONVENZIONI IMMAGAZZINATI)… e se non c’è il pensiero come puoi riferirti a qualcosa che NON esiste?

FAI ESPERIENZA DEL MONDO DA UN PUNTO … IMMAGINARIO, DI RIFERIMENTO. CI DEVE ESSERE UN PUNTO E QUESTO PUNTO CREA LO SPAZIO. NESSUN PUNTO, NIENTE SPAZIO. Quindi ogni esperienza da questo punto è ILLUSORIA.

Non si può affermare intellettualmente che ‘’il mondo è un’illusione’’, ma dal momento che tutto quello di cui si fa esperienza è in riferimento a questo punto-illusorio, allora tutto è condannato ad essere un’illusione.

Il soggetto, quindi, non esiste ‘’di continuo’’ come si crede, ma (erroneamente) fa una sintesi di tutte le sensazioni-memorie ecc. e le lega insieme (in U.G. sono discontinue, indipendenti, a seconda del bisogno momentaneo). Le emozioni naturali (collera, tristezza, gioia ecc.) fanno il loro lavoro e…passano: il pacco di memorie immagazzinate, concretizza la credenza in un ‘’individuo’’ a sé stante.

TUTTO è MOMENTANEO: NON ESISTE (non è mai esistita) UN’ENTITA’ PERMANENTE. Quindi nessun ego per nessuno: senza continuità del pensiero, non ci può essere ‘’IO’’.

Ergo: tutte le discipline, terapie, psicologie, pratiche religiose ecc. sono solo modi di perpetuare un falso ‘io’, rafforzarlo a dimensioni stabili, creare perfino un “io spirituale” ancora più illusorio.

Si tratta non tanto di vivere assecondando le memorie e i dictat familiari e sociali, ma di “vedere” come si manifesta, di volta in volta, tutto il funzionamento e, automaticamente, anche se lentamente, la falsa identità si sgretola. Utile quindi l’accogliere qualsiasi ricordo doloroso, perché fa parte del soppresso, così il pacco di memorie prende luce, come un negativo delle vecchie foto e sparisce in ‘’ciò che è’’.

Si tratta quindi di riunire, nel vissuto quotidiano, il divario che si è formato, accumulato e cementato. La sensazione dolorosa, che ci compare sotto varie forme, si rivela più o meno la stessa dalla nascita o anche prima. Invece di accusare il prossimo, o le circostanze della vita, o colpevolizzarci, accogliamole come sono, come la pioggia o il sole, senza pensare o immaginare.

Poco alla volta, man mano che integriamo, così com’è, qualsiasi difficoltà, si iniziano ad osservare emozioni e ricordi, come un film che non ci appartiene. Non per nulla i saggi ci dicono: “ogni problema è una benedizione camuffata!”

Utile a volte poter vedere come in un tema astrale (ma può essere altro metodo simile) si trovino già espresse tutte le sfaccettature, soprattutto quelle che abbiamo sempre considerato ”esterne”, genitori, fratelli, partner ecc. e così pure tutti i momenti della pseudo-vita temporale, che è colpita dai riflettori delle diverse energie momentanee – che anch’esse sembrano esterne, ma colpiscono-illuminano parti nascoste in noi (in modo dissimile invece quello che ci “sembra” esterno: persone-mondo). Se possiamo vedere tutto ciò in un grafico ”personale”, questo prova che sperimentiamo solo noi stessi, ossia quello che proiettiamo (pensiamo-sappiamo) sulle ‘’cose’’- che sono in noi stessi, nel nostro USB aggiornato dal concepimento in poi! Anche quello, poi, si rivela una finzione spazio-temporale.

Nella più infima particella ci sono mondi infiniti, diceva il poeta. In un grano di polvere… infiniti Buddha.

Poco alla volta c’è una specie di velo che si solleva e tutto scompare in un punto – che, come dice U.G. – è l’inizio di un’illusione.

Il ricercatore si rivela un fantasma, un’invenzione.

Sono il tal dei tali, nato a… all’ora x… è, in realtà, solo il gioco momentaneo dei 5 elementi, un arcobaleno magnifico che evapora con l’apparire del sole. Dove lo spazio-tempo si dissolve da sé: la morte è ancora un pensiero, come la nascita.

Un bocciolo di rosa, fiorisce poi sfiorisce. Una nuvola si forma, passa e sparisce. Un pensiero si forma e scompare. Adesso, adesso, adesso… non è mai successo nulla.

Fonte: http://www.isabelladisoragna.com/articoli/u-g-krishnamurti/

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