Vimala Thakar: La vera ricchezza è la Vita.

La vera ricchezza è la Vita.

«Fin dall’antichità, i popoli dell’Asia sono stati più attenti ala crescita olistica delle specie umane e non umane. Hanno focalizzato la loro attenzione sulle relazioni con la cultura visibile, così come sulle energie cosmiche invisibili. La vita non era divisa in materiale e spirituale. Mantenere l’indivisibilità e l’integralità della vita era la cura fondamentale sottesa alla civilizzazione e alle cultura asiatiche.

Persino “economia” non implicava il fatto di misurare il denaro in deposito o in contanti. Le terre agricole erano una ricchezza, il bestiame sano e ben nutrito nel cortile della fattoria era una ricchezza. Il giardino e l’orto erano, anche loro, visti come delle ricchezze. E’ inutile dire che l’educazione, l’erudizione e la saggezza erano considerate come le ricchezze più preziose della società.

I popoli dell’Asia dovranno attirare l’attenzione del mondo sul fatto che lo sviluppo dovrebbe essere fondato sul capitale umano e misurato secondo la crescita olistica e la maturità degli esseri umani.

Le energie contenute nelle orbite solari o lunari, le energie contenute nei fiumi e negli oceani, nella terra e nello spazio siderale non devono essere saccheggiate per saziare la cupidigia dell’ambizione umana. Dovrebbero essere trasformate in partecipanti da rispettare, sacri, nello sviluppo olistico del pianeta Terra.

La nozione d’economia basata sul denaro e sul piacere dovrà essere sostituita dalla ricchezza organica basata sulla Vita e sulla crescita.

Domanda: Il pensiero deve comprendere e accettare i propri limiti. In che modo è possibile? Quali difficoltà si incontrano in questo processo?

Vimala Thakar: L’energia della coscienza con cui la specie umana è emersa dalle specie animali non umane è un’energia auto-cosciente. Questa energia auto-cosciente è quella che distingue gli esseri dai loro compagni non umani. Con l’aiuto della auto-coscienza di questa energia, gli esseri umani l’hanno condizionata, coltivata, accresciuta e perfezionata.

L’atto di pensare è una delle attività di questa energia. Il pensiero ne è il prodotto. La memoria è il residuo lasciato a livello subcosciente dopo ogni movimento mentale. Perciò, invece di dire che il pensiero deve comprendersi da solo, si può dire che l’energia auto-cosciente dovrebbe osservare l’atto di pensare e il suo risultato e percepire i limiti con questa osservazione. In altri termini, l’atto di osservazione ci permette di prendere coscienza delle limitazioni di ogni movimento mentale.

Vivendo nella società moderna meccanizzate, siamo obbligati praticamente, durante la giornata, a paragonare, a valutare, ad emettere giudizi di valore. Una persona che vive nello stress e nella tensione nervosa di questa vita moderna complessa non può mai sostenere un atto d’osservazione libero da reazioni o da valutazioni. L’osservazione è, dall’inizio, contaminata dai condizionamenti del passato. Per questo bisogna apprendere di nuovo a percepire con l’eleganza dell’innocenza.

D.: Intellettualmente si accetta l’enunciato: “Essere con ciò che è”. Quali sono gli ostacoli che impediscono d’essere in questo stato?

V.T.: La verità deve essere compresa. Accettazione e rigetto non sono di pertinenza della percezione della Verità. Quando usiamo l’espressione “ciò che è” ci riferiamo al contenuto fattuale di un avvenimento o di circostanze.

I fatti non sono il risultato dei nostri voti devoti e non possiamo ignorarli. Sono il risultato di molti fattori accumulati. Il contesto socio-economico, i colleghi o il personale con cui condividiamo delle responsabilità, il loro temperamento e le loro abitudini meccaniche ecc. Tutti questi fattori influiscono sulla natura di “ciò che è” nella nostra vita sociale.

Inoltre, per i fatti ecologici e ambientali, gli esseri umani non hanno il potere d cambiarli o di dar loro una forma individuale. Il comportamento collettivo danneggia l’ecologia e l’ambiente. Perciò, non ci resta che incontrare “ciò che è” nella relazione con la natura.

Dobbiamo comprendere l’imperfezione delle nostre eredità e fare i conti con loro. I nostri desideri, le nostre preferenze, le nostre ambizioni non ci permettono di vedere il fatto come è, né di vivere con lui senza produrre autocommiserazione e rancore contro gli altri, o depressione o un senso di frustrazione.

Quando si permette alla trascendenza della mente condizionata di autoriprodursi, si ha accesso alla sorgente della forza interiore. Si fa corpo con questa sorgente e si arriva a una pace indistruttibile.»

Tratto da: Messaggio di Vimala Thakar del Nuovo Anno Shiv Kuti – Monte Abu, giovedì 2 novembre 2000

Fonte: http://www.sviluppocoscienza.it/vimala5.htm

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