Yoshida Kenko: Stolto è colui che …

Stolto è colui che …

“Stolto è colui che si tormenta l’esistenza nell’assillante ricerca di fama e ricchezze, senza concedersi un attimo di tregua”. 

Alcuni sembrano credere che il proprio nome, poiché non viene seppellito col corpo, possa durare a lungo dopo la morte. Ma si può mai dire che un uomo è stato eccellente solo perché in vita ha raggiunto un rango elevato o una grande distinzione?

Anche lo stolto o l’ignorante, se proviene da famiglia altolocata o se ha fortuna nella vita, può pervenire ad alte cariche e condurre una vita lussuosa.

Il saggio e l’uomo illuminato sono paghi della loro umile condizione e molti altri devono lottare contro le avversità sino alla fine dei loro giorni. Chi non fa che sognar cariche e onori è vicino alla stoltezza.

Se posso ora aggiungere qualcosa per coloro che accanitamente ricercano il sapere e la saggezza, dirò che nel mondo l’inganno sorse col sapere e che l’abilità ha acuito le passioni umane. Il sapere a cui si è pervenuti attraverso lo studio e l’insegnamento di altri non fornisce la vera saggezza.

Che cos’è mai, allora, la saggezza? Veridico e fallace non sono forse anche inestricabilmente compenetrati? E cos’è mai quel che noi definiamo “buono”?

Il “vero uomo” è al di sopra della saggezza, della virtù, dell’abilità, della reputazione. Chi sa di lui? E chi ne riferisce agli altri? E ciò non perché egli nasconda le sue virtù fingendosi uno sciocco, ma piuttosto perché è al di là di saggezza e stoltezza, di ricchezza e povertà.

Tale è la bramosia di fama e di guadagno che alberga negli animi pervertiti. Non queste sole, ma tutte le cose, del resto, sono irreali e non mette conto né di parlarne né di desiderarne.

Brano tratto dall’opera: “Ore d’ozio”, di Yoshida Kenko, monaco zen del 1300.

Fonte: http://guide.supereva.it/filosofie_orientali/interventi/2005/06/214480.shtml

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