Nessuno 誰も: Incontrare il Silenzio.

Incontrare il Silenzio.

Il mio saluto a te che stai leggendo.

Scrivo queste poche righe pensando proprio a “te”, altro me stesso.

Vorrei raccontarti di un amore grande, di una devozione sincera, di una venerazione incondizionata…

Chissà… magari ti stai chiedendo: Amore, devozione, venerazione nei confronti di chi, o di che cosa?

Ti potrebbe interessare la risposta? Vorresti sapere se la risposta riguarda solo “me” o anche “te”? Curiosità ne hai?

In definitiva, vorrei semplicemente condividere con te la meraviglia, la bellezza, la leggerezza e la grazia che accompagnano – immancabilmente ed indissolubilmente – il Silenzio, quello con la S maiuscola.

Vorresti sapere a quale silenzio mi riferisco?

Non è il silenzio che puoi trovare là fuori, nel mondo o, detto più romanticamente, nella “natura”. Non è il silenzio che si può artatamente provocare nella mente. Non è il silenzio che si può ottenere con uno sforzo di volontà. Non è un obiettivo da conseguire mediante una qualsiasi pratica. Non è nemmeno uno scopo o un risultato da conquistare e, magari, da difendere da eventuali “intrusioni”.

E allora?

E allora è la consapevolezza auto-evidente e silenziosa sempre presente, in ogni istante ed in ogni situazione o condizione in cui ci troviamo. Quindi, nulla da ricercare, nulla da ottenere, bensì “qualcosa” a cui prestare attenzione. Punto.

Non ti chiedere come si fa, perché non si “fa”… O ce ne accorgiamo o non ce ne accorgiamo. Punto.

Presta attenzione, se ti va, al dialogo interiore che intrattiene la “tua” mente. Quello sì che si può “fare”. Potresti così accorgerti che il pensiero nasce da “qualche parte”, per poi, in breve tempo, dileguarsi esattamente da dove era arrivato… lestissimo a ripresentarsi ancora e ancora, secondo identica modalità.

Potresti anche accorgerti che quel “da qualche parte” a cui mi riferisco non ha nulla a che vedere con un “dove” o con un “quando”, in quanto non soltanto è onnipresente, ma persino senza inizio e senza fine. Leggi un libro ed è lì. Ascolti un brano musicale ed è lì. Guardi un film ed è lì. Parli con qualcuno ed è lì. Cammini per la strada ed è lì. Osservi un paesaggio ed è lì.

Non ti serve a nulla, non ottieni nulla, non conquisti nulla, non puoi perdere nulla. Non è un mezzo per uno scopo. Non è un fine che giustifica un mezzo. Non è un “punto” da cui partire, né un punto a cui arrivare. È quello che è ed è così com’è. Privo di qualsivoglia definizione, privo di ogni giudizio, di ogni giustificazione, di ogni valutazione, persino privo di un riconoscimento esperienziale.

Lo conosci già, non ti abbandona mai, non lo puoi perdere e nemmeno lo puoi trovare… comunica costantemente con “te” e con chiunque, ma non utilizza le parole, pur essendo l’Origine di ogni parola e suono.

Non è con la mente che puoi comprendere questo messaggio, perché un “senso” non ce l’ha… e la cosa divertente è che nemmeno ha uno scopo. Sto semplicemente conversando tra “me e me” … ovverosia con “te”.

Percepisci la Libertà assoluta e l’inimmaginabile leggerezza che dissolve ogni fardello che potrebbe averti afflitto fino a qui? Sì? No?

Quello è il Silenzio di cui parliamo, Quello è l’Origine di Tutto, Quello è il “Divino”… Quello è ciò che È e, se non facciamo confusione con le parole, Quello è ciò che siamo. Tutto il resto è una storia raccontata, null’altro che una narrazione. E che fiducia si può mai offrire a chi racconta storie? E, che tu sappia, non è che le narrazioni condizionano la mente?

Se incontri quel Silenzio e lo ascolti con attenzione, ti “parlerà”, ma non sarà un messaggio intellegibile per la mente. Questo avviene perché la mente cerca altro, vuole altro, presta attenzione e insegue altro e rifugge il Silenzio come la pestilenza. Per essa il Silenzio non ha significato e scopo, definendolo una perdita di tempo, per giunta assai pericolosa.

La mente si auto-attribuisce la capacità di “identificare” problemi e vulnerabilità, ne persegue quindi la soluzione o l’appianamento, andando alla pesca di ogni escamotage che ha archiviato, per anni, nei suoi files di memoria.

Essa identifica le scelte che le appaiono più appropriate ed in “assenza di una scelta” si sente menomata, indifesa ed in pericolo di vita. Dovrei farlo? Non dovrei farlo? È giusto o sbagliato? È meglio o peggio? Ci guadagno o ci perdo? Credo tu abbia già assistito a questi “dilemmi” esistenziali, vero?

Se ci rifletti bene, ti accorgi che questi altro non sono se non confusione e resistenza a ciò che è. In parole povere, è il trito e ritrito iter psicologico articolato sul meccanismo reattivo di giudizio-rifiuto o resistenza-desiderio di cambiare ciò che è. Ancor in più stringate parole: è l’origine di ogni sofferenza e schiavitù psicologiche. Ma questo è tema di un argomento diverso da ciò che stiamo affrontando ora.

Bene, a questo punto vorrei proprio concludere.

Se ti accorgi del Silenzio, ascoltalo semplicemente per il gusto di ascoltare, senza alcun fine o scopo… potresti perderti in Quello, nel qual caso potrebbe essere – o sarà – un “momento” di Verità, di gioia e commozione… e il “tu” o “io” non ci saranno più. Finalmente la vera Libertà e la Pace.

Con affetto,

Nessuno 誰も

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