Roland Yuno Rech: Sesshin di Ghigo di Prali.

Sesshin di Ghigo di Prali, Venerdì 16 aprile 1999, kusen delle 16:30.

«Spesso le persone che si impegnano nella Via hanno l’impressione che manchi loro qualcosa di fondamentale che devono ottenere. In particolare, lo zen si mostra attraente per molti, perché si parla di risveglio, di satori. Le persone, più o meno consciamente, dicono: “Deve essere questo che mi manca”. Tutto ciò consente di assegnare un nome a ciò che manca.

Se si pratica con questo stato d’animo, possiamo praticare per lunghi anni, fare molti sforzi, molte ricerche, senza mai raggiungere la realizzazione autentica.

Per questo motivo il Maestro Dogen, nel Bendowa, scriveva: “Dovete sapere che, per quanto riguarda il più alto risveglio, fondamentalmente non vi manca nulla”.

Anche se ne siamo provvisti da sempre, dal momento che siamo incapaci di essere in completo accordo con esso, troviamo il modo di creare ogni sorta di concezioni intellettuali, finendo col seguirle come se fossero reali. Vacilliamo così invano sulla grande Via, in altre parole creiamo da soli gli ostacoli, oscurando la nostra visione.

Per quanto riguarda il risveglio, si tratta di risvegliarci alla nostra vera natura, armonizzandoci con essa, perché non ci ha mai lasciato. Spesso ci comportiamo come chi crede di aver perso la testa e la cerca ovunque.

Dogen continua dicendo: “A causa di tutte queste concezioni intellettuali, appaiono nel cielo ogni sorta di fiori del vuoto”. Cioè, ogni sorta di illusioni. Egli include nel concetto di questi fiori del vuoto tutte le teorie buddiste fondamentali come la catena delle dodici cause interdipendenti, che causano la trasmigrazione, la teoria delle venticinque forme di esistenza, la concezione dei tre o cinque veicoli, tutte le concezioni a proposito del Buddha. Tutto questo è senza fine.

Buddha ha insegnato queste cose, ad esempio le dodici cause interdipendenti, proprio per mostrarci come intratteniamo il ciclo delle sofferenze e per mettervi fine. Non è sufficiente analizzare tutto ciò. Altrimenti, sarebbe come il caso del malato che ha studiato tutti i libri di medicina per ciò che riguarda la sua malattia e che evita di prendere il giusto rimedio.

L’autentico rimedio consiste nel praticare zazen con totale concentrazione, con uno spirito concentrato sulla postura, sulla respirazione, lasciando completamente passare tutti i pensieri. Possiamo così armonizzarci naturalmente con l’autentica condizione normale, essere in quest’istante al di là dell’eccesso come della mancanza.

Non è necessario aggiungere o togliere alcunché da ciò che siamo qui ed ora. Semplicemente, non dobbiamo fabbricare illusioni, ma essere seduti al di là delle illusioni, al di là del risveglio, senza preoccuparci, senza opporsi, senza calcoli e secondi fini. Posiamo essere seduti del tutto a nostro agio, senza dipendere dalle regole, dalle forme, dalle concezioni particolari.

Praticare in questo modo ci trasporta immediatamente al di là delle trappole create dalle parole, dalle concezioni. La pratica diventa vento potente che spazza le nubi.»

Tratto da: Sesshin di Ghigo di Prali, diretta dal Maestro Roland Yuno Rech

Fonte: https://www.sanrin.it/kusen/roland-1999-04-16-ghigo.html

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