Mauro Bergonzi: Ego e io.

“Ego” e “io”.

«Domanda: Che differenza c’è tra ‘ego’ ed ‘io’?

Mauro: Nella psiche sono attive le cosiddette ‘funzioni dell’io’ (regolazione degli scarichi pulsionali, gestione del sistema mnemonico, concettuale ed emotivo, coordinamento fra input sensoriale e output motorio, ecc.) che, fungendo da interfaccia fra organismo e ambiente, favoriscono il nostro adattamento alla realtà. Per queste funzioni utili e necessarie si usa comunemente il termine ‘io’.

Di solito, il termine ‘ego’ e i suoi derivati (egocentrismo, egoismo, ecc.) vengono invece usati per indicare l’esclusiva identificazione con un ‘sé’ isolato, che ci separa dal rapporto con gli altri e con la realtà, perché diventiamo prigionieri di reazioni, pensieri ed emozioni al cui centro domina appunto soltanto il nostro ego e le sue esigenze. Per esempio, nella misura in cui una sofferenza mentale o un desiderio ci isola dagli altri, è espressione del nostro ‘ego’.

D.: Che cosa ha di negativo l’ego?

M.: Non c’è nulla di propriamente ‘negativo’ nelle reazioni che costituiscono il nostro ego: sono umane e naturali, come tutte le altre reazioni. Il problema è che si crea l’illusione che noi siamo soltanto il nostro ego e nient’altro, per cui restiamo imprigionati nel suo angusto spazio.

Invece siamo molto di più. Se infatti possiamo percepire il nostro ego ferito e umiliato, allora chi lo sta osservando?

C’è uno spazio di consapevolezza che non si esaurisce nell’ego e ne è totalmente libero: è questo il fondamento sempre presente della nostra vera identità.»

Fonte: https://drive.google.com/file/d/1alZ9RSgqGv2EfTo6PCjFpWuD8DmvDr7C/view

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